All’indomani dell’ultima assemblea dei soci – a Cerignola il 19 dicembre scorso (dopo quelle di Cesena, San Pietro in Vincoli, Vignola, Faenza, Scanzano Jonico e Aprilia, in modalità mista tra presenza e videoconferenza per favorire la massima partecipazione) – Apofruit Italia ha dato il via in questi giorni alla liquidazione ai soci dell’ortofrutta estiva.
A tracciare il bilancio dell’andamento della stagione è Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit, che comprende anche Apofruit Italia, cooperativa che oggi conta circa 3.000 soci presenti dal nord al sud della Penisola in tutte le aree a maggiore vocazione ortofrutticola.
“La liquidazione estiva – commenta Fornari – riguarda in particolar modo le drupacee (ciliegie, albicocche, pesche, nettarine e susine) le angurie, i meloni, le patate, le cipolle estive e alcuni ortaggi. Complessivamente, sono stati conferiti prodotti per 430mila quintali in aumento di circa il 30% rispetto al 2021 e saranno liquidati ai soci 27 milioni e 720mila euro, ovvero un +10% rispetto ai 25 milioni del 2021. In confronto allo scorso anno – prosegue Fornari – lo scenario che si è presentato nel 2022 è stato completamente differente: abbiamo infatti avuto una produzione decisamente maggiore di ortofrutta, soprattutto perché non ci sono stati i danni da gelo del 2021. Ciò ha determinato giocoforza una complessa gestione della fase commerciale. Da un lato, infatti, la percentuale del valore riconosciuta per chilo di prodotto sarà ovviamente inferiore rispetto allo scorso anno; dall’altro, il negativo andamento della stagione produttiva in Spagna (paese colpito in questa primavera da eventi meteo avversi) ci ha consentito comunque di riconquistare importanti quanto inattesi sbocchi su mercati storicamente appannaggio proprio della Spagna. Mi riferisco nello specifico alla Gran Bretagna e alla Scandinavia, che normalmente, per le forniture dei prodotti estivi, fanno riferimento alla Penisola Iberica”.
Il giudizio sulle liquidazioni estive 2022 è tutto sommato positivo, ma vede anche importanti distinzioni. Prosegue ancora Fornari: “Con un paio di prodotti, le ciliegie e le susine, abbiamo avuto particolari difficoltà. Per le ciliegie, la situazione si è presentata critica per vari fattori. Innanzitutto, la campagna è iniziata piuttosto tardi, e ciò ha determinato un affollamento dell’offerta tra areali produttivi, nello specifico il sud Italia (Puglia), Vignola e la Romagna. A soffrire, fin da subito, sono stati quindi i piccoli calibri, che già da qualche anno, per la verità, è sempre più difficile collocare. Occorre inoltre considerare che, a partire dalla fine di giugno, si affaccia sui mercati anche l’offerta del Piemonte e del Trentino, e la Grande Distribuzione cambia quindi la zona di approvvigionamento. È andata meglio, in tale contesto, per chi ha investito su impianti di copertura anti-insetti/antipioggia, presenti soprattutto nel Nord Italia. In ogni caso, si è rivelato particolarmente complesso gestire una produzione complessiva di ciliegie di 18mila quintali, quando i quantitativi normali della nostra cooperativa si attestano sui 10-12.000 quintali”. Passando poi in rassegna gli altri principali generi ortofrutticoli che caratterizzano la liquidazione estiva, Fornari prosegue: “L’altra grande criticità si è registrata sulle susine, ormai sempre meno richieste dal mercato e in parte sostituite ad esempio dalle albicocche, le quali a loro volta hanno tenuto bene, specialmente nel precoce e medio periodo, nonostante una produzione pressoché raddoppiata: siamo infatti passati dai 60mila quintali del 2021 ai 110mila quintali del 2022, di cui 70mila in convenzionale e 40mila biologici. Per le pesche – continua Fornari – l’andamento è stato abbastanza dinamico specialmente a giugno e luglio, mentre tra agosto e settembre le varietà a polpa gialla hanno ridotto il proprio appeal commerciale anche per una proposta di calibri eccessivi. Se da un lato ciò denota infatti un’applicazione della ricerca, dall’altro può rappresentare anche un problema di collocamento di frutti eccessivamente grossi. Buono, invece, l’andamento delle nettarine gialle e bianche. Discrete, infine, le performance degli orticoli, nonostante i grandi problemi causati dalla siccità e dal caldo: mi riferisco a mini angurie, meloni, patate e cipolle estive”.
Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit, entra poi nello specifico delle quotazioni dei principali generi ortofrutticoli oggetto della liquidazione estiva. Alla prima categoria delle ciliegie saranno riconosciuti nel convenzionale 1,70 euro/kg alla Puglia; 2,75 euro/kg a Vignola (con 3,02 euro/kg per chi ha gli impianti coperti); 2 euro/kg alla Romagna (che diventano 2,80 euro/kg per chi ha le coperture). Nel biologico, la Puglia è sui 2,15 euro/kg, la Romagna a 4 euro/kg, Vignola a 4,10 euro/kg. Per le albicocche, il convenzionale è a 0,83 euro/kg in Emilia Romagna con 1,04 euro/kg per i produttori che conferiscono prodotto di qualità extra (come da regolamento della cooperativa); 0,70 euro/kg per il prodotto standard della Puglia e 0,90 euro/kg per l’extra; per la Basilicata 0,79 euro/kg. Le albicocche da agricoltura biologica sono a 1,15 euro/kg in Emilia Romagna; 0,90 euro/kg in Puglia e 1,05 euro/kg in Basilicata. Le pesche gialle convenzionali dell’Emilia Romagna sono a 0,66 euro/kg per lo standard e 0,81 euro/kg per l’extra; in Puglia 0,81 euro/kg lo standard e 0,94 euro/kg l’extra, la Basilicata 0,84 euro/kg.
Le nettarine gialle convenzionali dell’Emilia Romagna sono a 0,70 euro/kg per lo standard e 0,91 euro/Kg per l’extra; la Puglia 0,88 euro/kg lo standard e 1,01 euro/kg l’extra; la Basilicata 0,85 euro/kg. Per quanto riguarda il biologico, le pesche gialle dell’Emilia Romagna sono a 0,96 euro/kg; in Puglia a 1,01 euro/kg; in Basilicata a 1,25 euro/kg. Sempre per il biologico, le nettarine gialle dell’Emilia Romagna sono a 1,01 euro/kg; in Puglia a 1,12 euro/kg; in Basilicata a 1,66 euro/kg.
Le pere estive della varietà Carmen cal 55+, per il convenzionale sono a 0,67 euro/kg; per il biologico 1,01 euro/kg.
Le patate convenzionali precoci, conferite entro l’11 luglio, della categoria IA 45/75 dell’Emilia-Romagna sono a 0,30 euro/kg; nell’area Veneto a 0,27 euro/kg.
Le cipolle estive convenzionali Dorata a 0,18 euro/kg; la Bianca 0,22 euro/kg; la Rossa 0,26 euro/kg. Per il biologico la Dorata è a 0,45 euro/kg e le colorate Rosse e Bianche a 0,55 euro/kg.
Il melone liscio convenzionale area Mantova/Ferrara è a 0,81/0,85 euro/kg in base alla varietà; il retato biologico della Romagna è a 0,65 euro/Kg.
Il presidente di Apofruit Italia, Mirco Zanotti, chiude poi rilevando: “Portiamo a casa una stagione positiva in una situazione contingente di grande difficoltà. Abbiamo infatti avuto una produzione più alta del 30% rispetto al 2021 e un incremento del valore liquidato ai soci del 10%, in un contesto generale che, a causa della guerra tra Russia e Ucraina e delle turbolenze dei mercati, ha visto notevoli incrementi dei costi dell’energia, dei carburanti, dei fitofarmaci e dei concimi, nonché dei materiali per l’imballaggio e il confezionamento. Come cooperativa, stiamo mettendo in atto diverse iniziative per contenere al massimo questi costi e aumentare la nostra autosufficienza energetica, anche attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici sui nostri stabilimenti. Continueremo inoltre ad operare prestando la massima attenzione al momento che stiamo vivendo: è positivo il fatto che gli ettari della nostra base produttiva rimangano stabili, nonostante vari passaggi generazionali. Grande attenzione va inoltre prestata al biologico, che oggi rappresenta circa il 25% della nostra produzione ma che, nella situazione economica attuale, mostra segnali di discontinuità rispetto all’andamento in crescita degli ultimi vent’anni”.
Fonte: Apofruit Italia