Con una previsione del 30% in meno di prodotto rispetto allo scorso anno, la Mela Annurca si inserisce di fatto nella media italiana della produzione, un calo in questo caso un po’ più alto perché nel 2018 la produzione è stata molto abbondante e per questo 2019 la stima era comunque più bassa.
La Mela Annurca rappresenta una delle nicchie del mercato italiano con una produzione che corrisponde a circa il 4% della produzione di mele in Italia: si tratta di una varietà campana di lunga tradizione, che negli ultimi anni si è fatta conoscere in tutta Italia grazie alle linee di alta gamma presenti all’interno di diverse insegne della Gdo.
La tradizione della mela Annurca
«Questa tipologia di mela, tipica del territorio campano, si staccava dall’albero a causa del picciolo molto corto quando non era ancora matura ed era troppo acida – ci racconta Serena Pittella, responsabile merketing della AOP Luce –. Nel tempo si è scoperto che lasciando arrossare i frutti al sole adagiati a terra, dopo che erano caduti dall’albero, acquisivano un grado Brix più alto e assumevano caratteristiche organolettiche particolari».
Da questi primi passi e scoperte è nato il melaio; le mele si raccolgono ancora verdi, prima che cadano e vengono adagiate su trucioli di abete vergine (anticamente veniva usata la paglia) su cui permangono per circa 15 giorni: prima viene esposta una parte al sole, e quando ha raggiunto il giusto grado di maturazione e colorazione rosso brillante viene girata a mano per farla arrossare.
Le mele Annurca nel melaio sono esposte alle intemperie e sono coperte solo da una rete ombreggiante per evitare che si brucino e vengano colpite dalla grandine: attraverso questo processo così particolare, dovendo resistere a sole, freddo e all’escursione termica, gli agenti patogeni assumono proprietà molto particolari. Studi degli ultimi anni effettuati dall’Università Federico Secondo di Napoli hanno dimostrato che grazie al suo alto contenuto di polifenoli la Mela Annurca è stata riconosciuta come un alimento funzionale che può influire sul contenuto di colesterolo totale alzando quello buono a sfavore di quello cattivo e in più ha anche un effetto riconosciuto sulla crescita dei capelli, questo grazie alla particolare maturazione in melaio dove le mele vengono stese e arrossate, una lavorazione che ne abbassa il grado di acidità e le dona proprietà organolettiche davvero speciali.
La produzione e distribuzione
La AOP Luce ne produce circa 20.000 quintali all’anno e si distingue sul territorio per il suo lavoro di rete con i soci della cooperativa. «Per noi e per la nostra azienda è un fiore all’occhiello perché questa tipologia di mela ha bisogno di una lavorazione particolarissima e molto costosa – spiega Serena Pittella, responsabile marketing –. Il nostro melaio è a disposizione dei soci e curiamo per loro l’arrossamento, questo ci permette di raggiungere una massa critica per rispondere alla domanda del mercato. Un lavoro che si affianca al riconoscimento IGP, una garanzia per il consumatore ed una tutela per i produttori, che producono secondo il disciplinare».
«Anche se è una nicchia, va protetta, mantenuta e tramandata per le sue potenzialità e caratteristiche, un percorso impegnativo e costoso di cui però siamo fieri – continua Pittella –. Con il lavoro di questi ultimi anni siamo riusciti a portare la mela Annurca in quasi tutta la Gdo nazionale, all’interno delle loro linee top di gamma, come prodotto tipico del territorio, un percorso che ha portato la distribuzione dei nostri prodotti su tutta la penisola e a trasformare una nicchia tipicamente Campana, in una specialità conosciuta dalla Lombardia alla Sicilia. Purtroppo non abbiamo ancora la forza economica per andare a fare comunicazione al consumatore, ma puntiamo sulla comunicazione sul punto vendita per far conoscere al meglio il prodotto e le sue caratteristiche».
Come posso avere mele annurca a costermano Vr?