Nonostante una laurea in Scienze della Comunicazione e un passato lavorativo nel settore della multimedialità, nel 2004 la decisione di tornare nell’azienda di famiglia: “mi sono occupata della tecnicizzazione dell’azienda e della tracciabilità dei nostri meloni”, aspetto, quest’ultimo, che attraverso il sistema LocalTracing® consente di conoscere tutta la vita di ogni singolo melone, dal lotto di produzione sino ai dati di distribuzione e confezionamento. Siamo a S. Croce di Sermide, in provincia di Mantova, una delle culle di produzione del Melone Mantovano IGP: “Abbiamo aderito, con un marchio comune, a partire da quest’anno, insieme ad altre realtà della zona”. Francesca è un vulcano – mentre la intervistiamo firma bolle di trasporto e da indicazioni sui pallet da caricare – di informazioni e di autentica passione nei confronti di un prodotto, il melone mantovano, e di un’attività che vede coinvolta la sua famiglia dal 1979: “Fu mio padre uno dei pionieri della coltivazione del melone da queste parti, tradizione che in parte si era persa dopo la guerra, ma che ha origini e storia antichissime”, tanto che in una chiesa Matildica della zona sono stati trovati antichi affreschi che raffigurano questo frutto. La vecchia passione per le nuove forme di comunicazione continua con un blog – “vorrei aggiornarlo di più, ma il lavoro in azienda è tanto” – e un sito aziendale ricco di informazioni e ricette: “Manca una cultura del consumo del cibo in Italia. Il blog può essere un modo per diffonderla, con il passaparola”.
Fonte foto: Corriere Ortofrutticolo
Nadalini. Meloni 2.0, culto del territorio e tanta passione
L’importanza della tradizione e del marchio IGP. Il parere di Francesca Nadalini
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