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Packaging e Tecnologie

Il Conai dimezza il contributo per imballi in carta e cartone

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Autore Redazione

Un risparmio per gli utilizzatori di oltre 135 milioni. E nel 2022 diversificazione contributiva per imballaggi in materiale composito

Il Consiglio di amministrazione Conai, valutato lo scenario attuale della filiera del recupero e del riciclo degli imballaggi a base cellulosica, ne ha deliberato una diminuzione del contributo ambientale.

Il contributo base passerà da 55 euro/tonnellata a 25 euro/tonnellata a partire dal 1 luglio per tutti gli imballaggi in carta e cartone. Il risparmio previsto per gli utilizzatori di questo tipo di pack è di oltre 135 milioni di euro, su un immesso al consumo pari a 4,5 milioni di tonnellate.

La variazione del contributo è dovuta principalmente all’aumento dei valori di mercato della materia prima seconda: con l’inizio del 2021 le quotazioni della carta ottenuta con il macero sono aumentate significativamente con aumento conseguente dei ricavi consortili da vendita dei maceri. Un riequilibrio sui consumi interni di carta da macero per circa un milione di tonnellate, grazie all’apertura di tre nuove cartiere, ha inoltre contribuito a rendere ancora più appetibile la carta da riciclo, allontanando l’ipotesi di una flessione nei suoi valori di mercato.

Una situazione economica positiva che mette Comieco, il Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi a base cellulosica, nella condizione di continuare a garantire le attività di raccolta e gestione dei rifiuti di imballaggio in carta e cartone anche con un contributo ambientale più che dimezzato.

Sussidiarietà al mercato

Il contesto favorevole rende meno necessario – in questo caso per gli imballaggi in carta e cartone – l’intervento del sistema Conai. È iniziato infatti un fenomeno di riduzione delle quantità veicolate tramite le convenzioni Anci-Conai. Gli alti valori inducono alcuni operatori ad affidare al libero mercato gli imballaggi da raccolta differenziata in carta e cartone.

È in casi come questo che il sistema Conai si ritrae lasciando spazio al mercato. Ed è invece quando il mercato soffre, come avvenuto lo scorso anno con l’inizio dell’emergenza sanitaria e il lockdown, che torna ad avere margini di intervento più ampi, garantendo la continuità del ritiro dei materiali da raccolta differenziata a qualsiasi condizione economico-finanziaria.

Il Consorzio conferma anche in questo caso il suo ruolo di sussidiarietà al mercato.

Procedure forfettarie/semplificate

La variazione avrà effetti anche sulle procedure forfettarie/semplificate di dichiarazione per importazione di imballaggi pieni.

Dal primo luglio 2021, il Contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) passerà da 107 a 101 euro/tonnellata. Resteranno invece invariate le aliquote da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in euro) per i prodotti alimentari imballati (0,20%) e per i prodotti non alimentari imballati (0,10%).

I nuovi valori delle altre procedure forfettarie/semplificate interessate dalla variazione saranno a breve disponibili sul sito Conai.

Poliaccoppiati per liquidi

Per i poliaccoppiati a prevalenza carta idonei al contenimento di liquidi il contributo ambientale si ridurrà da 75 euro/tonnellata a 45 euro/tonnellata, essendo rimasto invariato il contributo aggiuntivo di 20 euro/tonnellata.

Gli altri imballaggi poliaccoppiati: quattro fasce per la diversificazione contributiva

Dopo aver agito nel 2018 sui poliaccoppiati per liquidi, Conai prosegue nel percorso di diversificazione del contributo per gli imballaggi compositi – o poliaccoppiati – con prevalenza di carta e cartone, per correlare il Cac alla loro effettiva riciclabilità e ai loro impatti ambientali, così come ai costi emergenti legati alla gestione del loro fine vita.

Il consiglio di amministrazione Conai ha così stabilito l’estensione della diversificazione contributiva anche agli altri imballaggi compositi a base carta diversi dai contenitori per liquidi.

La nuova diversificazione

La nuova diversificazione – oggetto di studio da circa un anno, come anticipato a settembre 2020 con l’avvio della nuova modulistica dichiarativa – entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2022.

Gli imballaggi compositi a prevalenza carta, diversi da quelli per liquidi, sono stati divisi in quattro tipologie in base al peso della componente carta sul totale del peso dell’imballaggio.

Le prime due tipologie, A e B, con una componente carta superiore o uguale rispettivamente al 90 e all’80%, pagheranno il Cac carta (dal 1 luglio ridotto a 25 euro/tonnellata) e non sarà applicato loro nessun contributo aggiuntivo.

La terza tipologia, C, è quella che qualifica gli imballaggi in cui la componente carta è superiore o uguale al 60% e inferiore all’80%. Le operazioni di riciclo di questi imballaggi sono complesse e onerose: su 100 chili di imballaggi, più di 60 chili diventano scarto non riciclabile allo stato delle tecnologie attuali.

Gli imballaggi in questa fascia pagheranno dal 1 gennaio 2022 un extra-Cac di 110 euro/tonnellata.

La quarta tipologia, D, è quella degli imballaggi compositi in cui la componente carta è inferiore al 60%: una percentuale che compromette la riciclabilità dell’imballaggio, annullandola, con ovvie conseguenze di impatto ambientale. Nel processo di riciclo, infatti, 100 chili di questi imballaggi producono più di 85 chili di scarto secco e quasi 150 chili di scarto bagnato da smaltire in discarica, dopo aver consumato acqua ed energia elettrica.

Per questi imballaggi il contributo extra sarà pertanto di 240 euro/tonnellata. Rientreranno in fascia D anche quegli imballaggi la cui componente carta non verrà esplicitata.

Poiché si tratta quindi di imballaggi non riciclabili con carta e cartone, l’invito alle aziende che li producono e utilizzano è quello di suggerire in etichetta il conferimento in raccolta indifferenziata, al fine di minimizzare l’impatto ambientale legato alla gestione del loro fine vita.

La diversificazione contributiva è una delle leve impiegate per orientare le aziende verso imballaggi sempre più riciclabili.

Il test Aticelca (norma UNI) come metodo in prospettiva per la classificazione degli imballaggi compositi rispetto alla loro riciclabilità

Come comunicato, in questa prima fase di introduzione della diversificazione del contributo in base alla riciclabilità degli imballaggi compositi, il criterio adottato è quello del peso della componente carta.

A tendere, la volontà condivisa è di basarsi su un criterio più preciso e scientifico: ovvero la prova di laboratorio norma UNI 11743, base per l’applicazione del Sistema di Valutazione Aticelca 501. Per questo motivo le aziende che verificheranno il livello di riciclabilità dei propri imballaggi con tale test potranno usarne il risultato per la classificazione in una delle quattro tipologie di diversificazione.

Fonte: Conai

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