Frutta a guscio ed essiccata

Marrone di Castel del Rio Igp: bilancio disastroso

Giuliano Monti (Consorzio di tutela): “Produzione crollata dell’85%. Ora aspettiamo i contributi promessi”

Come definire, se non disastrosa, una situazione in cui 7 ettari di castagneto producono 7 quintali di marroni? Eppure questa è la realtà della stagione 2023 per un’eccellenza come il Marrone di Castel del Rio Igp (foto di Monia Rontini dell’azienda agricola “Il Regno del Marrone“).

A fare il punto della situazione, ad annata già conclusa, è lo stesso Giuliano Monti, presidente del relativo Consorzio di tutela, che oggi aggrega una quarantina di produttori. “Sono state purtroppo confermate – spiega Monti – le previsioni della vigilia, che hanno visto cali di produzione anche oltre l’80-85% rispetto alla norma. Solo per fare un esempio, su 7 ettari ho raccolto 7 quintali, anziché i 110 che avrebbero dovuto essere”.

Ancora, Monti precisa: “Era normale attendersi per quest’anno un calo dei quantitativi, vista l’abbondante produzione del 2022. Tuttavia, non ci aspettavamo livelli così bassi. Ciò che è accaduto è stato dovuto in gran parte alla primavera estremamente piovosa che abbiamo avuto, cui si sono aggiunti i danni causati dall’alluvione. Noi produttori amiamo i nostri castagneti, coi quali c’è una sorta di legame affettivo, e abbiamo anche provato a sistemare la sentieristica all’interno dei boschi, lavorando in perdita. Tuttavia, ciò è servito ben poco in termini quantitativi, poiché sono mancati proprio i ricci”.

Ora, si attendono i fondi promessi per il post alluvione. La conta dei danni, del resto, in qualche modo c’è già. Aggiunge infatti ancora Monti: “Sappiamo che la burocrazia ha tempi piuttosto lunghi, ma confidiamo che arrivino le risorse annunciate. Quanto al danno subito, è sempre difficile fare stime, ma possiamo partire da alcuni dati di fatto: come Marrone di Castel del Rio Igp, normalmente produciamo 5.000 quintali, invece quest’anno sono stati solo 500. Inoltre, la plv ammonterebbe a 2 milioni di euro normalmente. Va anche notato, poi, che per il 2023 non è andato male solo per la castanicoltura. Anche come fieno e frumento, ad esempio, abbiamo subito diversi danni. Un simile annus horribilis, negli ultimi trent’anni, non lo ricordo”.

Già il 2022, per altri motivi, era stato comunque molto complesso. Monti chiude infatti ricordando: “Un anno fa avevamo avuto un’ottima produzione, ma con le temperature anomale e il grande caldo registrato in ottobre, non si sono vendute castagne. Anche i prezzi risentirono della situazione, con commercianti che acquistarono il prodotto a 2,90 euro il chilo, rispetto ai 7,50 proposti”. Sempre a proposito di listini, Monti ha invece sottolineato per quest’anno eccessi opposti, con marroni venduti a 12 euro il chilo causa la mancanza di prodotto, “quando per la vendita diretta – ha detto – un prezzo equo sarebbe compreso tra i 7 e gli 8 euro”.

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