Frutta a guscio ed essiccata

Nocciola dei Nebrodi: stagione positiva

Felice Genovese: “C’è chi ha raccolto fino a novembre inoltrato. Le quotazioni, però, rimangono molto più basse rispetto al resto d’Italia”

E’ stata un’annata di fatto positiva quella del 2022 per la Nocciola dei Nebrodi. A fare per myfruit.it il punto della situazione è Felice Genovese, presidente dell’associazione “Frutta dei Nebrodi e corilicoltore da anni in prima linea per il rilancio di questa coltura.

“Alla vigilia – commenta Genovese – eravamo in molti, in zona, a pensare a una cattiva annata. Invece, la produzione è stata abbondante e ci sono colleghi che hanno raccolto fino a novembre inoltrato. Si sarebbe potuto andare ancora oltre, ma poi il maltempo ha fermato tutto. Pure la qualità è stata discreta; unica pecca il calibro, che a causa della siccità prolungata della scorsa estate è stato generalmente piccolo”.

Per quanto riguarda i listini, la Nocciola dei Nebrodi rappresenta in qualche modo un capitolo a parte. “Si tratta spesso di un prodotto – prosegue Genovese – al 100% biologico e molto aromatico, tanto che viene normalmente utilizzato per tagliare nocciole di altre provenienze che hanno meno sapore. Tuttavia, quello che si riesce a spuntare è ancora decisamente poco, se confrontiamo i nostri prezzi con quelli dei piemontesi. Qui, infatti, si trovano partite anche a 2,5/3 euro il chilo. Ciò garantisce ugualmente un minimo di redditività, visto che non si fanno trattamenti, ma appunto rimane ancora molto da fare per la valorizzazione di questa eccellenza”.

Genovese infatti aggiunge: “Rimane nelle nostre zone il problema dei ghiri e della fauna selvatica, cui si aggiunge quello della cimice nostrana. Ultimamente, poi, pare che stia facendo la sua comparsa la cimice asiatica. A tutto ciò, va sommato il tema della carenza del personale. Un tempo il momento della raccolta delle nocciole da queste parti rappresentava un vero e proprio rito: si riunivano per l’occasione gruppi di 30 o anche 40 donne, affiancate per i lavori più pesanti da alcuni uomini. Adesso non c’è più nulla di tutto questo e molti appezzamenti sono abbandonati. E’ difficile, peraltro, vista la conformazione di molti terreni, pensare a meccanizzare alcuni fasi della produzione, raccolta in primis. Bisognerebbe ogni volta adattare i terreni”.

Infine, per quanto riguarda il 2023, Felice Genovese conclude: “E’ ancora molto prematuro fare previsioni. Il metro di neve che è caduto nelle scorse settimane ha spezzato diversi rami. Bisognerà vedere come reagiranno le piante. Potrebbe essere un’annata di mezza scarica ma, appunto, è presto per dirlo”.

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