Cresce l’adozione della agtech nella filiera agroalimentare, ma ci sono ancora alcuni limiti strutturali e qualche preconcetto a frenarne la diffusione. E’ quanto emerge da uno studio a cura di McKinsey & Company dal titolo Agtech: breaking down the farmer adoption dilemma, focalizzato sulle sfide legate all’adozione di soluzioni agtech nelle imprese agricole.
Il campione e il contesto
L’indagine è stata condotta su 5.500 coltivatori in Europa, Asia, Nord America e Sud America. Le risposte degli agricoltori rivelano che l’adozione delle tecnologie agronomiche varia notevolmente tra aree geografiche e che il roi (return on investment, il ritorno dell’investimento, ndr.) poco chiaro e i prezzi elevati sono tra i principali fattori che tendono a frenarne la diffusione.
Secondo lo studio è la crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità a essere il primo fattore che spinge gli agricoltori ad adottare tecnologie per l’agricoltura. Ma permangono alcuni ostacoli, in primis la frammentazione del tessuto agricolo e il timore per la sicurezza dei dati.
“In alcune regioni – si legge nello studio di McKinsey – le soluzioni agtech stanno già guidando il futuro della produttività delle aziende agricole, riducendo i costi operativi e consentendo una crescita meno dispendiosa in termini di risorse”.
L’agtech nel mondo
Sono quelli europei e nordamericani a guidare la classifica degli agricoltori più smart, con circa il 61% che attualmente utilizza o prevede di adottare un prodotto agtech nei prossimi due anni. Gli agricoltori europei, oltre a essere più preoccupati per i costi elevati (48%), segnalano come ulteriore ostacolo all’adozione le complessità di configurazione e utilizzo della tecnologia (32%).
Le tecnologie più usate
Il software per la gestione delle aziende agricole sono i prodotti agtech maggiormente adottati dagli agricoltori (21%), seguiti dall’utilizzo di hardware per il telerilevamento e da soluzioni per l’agricoltura di precisione (15%).
Le tecnologie legate alla sostenibilità – per esempio software e hardware che misurano le emissioni di carbonio e che ottimizzano i sistemi di irrigazione – unitamente all’automazione e alla robotica, invece, si attestano intorno al 5% di adozione. Nei prossimi due anni si prevede una crescita limitata tra le varie categorie: circa il 4% degli agricoltori ha dichiarato di voler adottare software per la gestione dell’azienda agricola, hardware per l’agricoltura di precisione, soluzioni di telerilevamento o tecnologie legate alla sostenibilità, mentre l’adozione di automazione e robotica dovrebbe essere leggermente inferiore, intorno al 2,5 per cento.
L’innovazione è appannaggio delle grandi aziende
L’aumento dei prezzi dei fattori di produzione è attualmente la maggiore preoccupazione per gli agricoltori (il 67% del campione): gli agricoltori di tutto il mondo riferiscono che i prezzi dei fattori produttivi sono aumentati tra l’80% e il 250% circa negli ultimi anni. In tutti i mercati le grandi aziende agricole sono le più inclini ad adottare soluzioni agtech (81%), mentre il 76% delle aziende medie e il 36% delle piccole aziende utilizzano o prevedono di utilizzare almeno una tecnologia nei prossimi due anni. L’adozione dell’agtech non è uniforme: per esempio, in Europa, ci sono differenze da Paese a Paese, con la Germania in testa per l’adozione di marketplace per l’agribusiness (13%) e i Paesi Bassi al primo posto per l’uso di hardware per l’agricoltura di precisione (33%).
Verso un sistema alimentare più sostenibile
Anche laddove l’adozione di pratiche agricole sostenibili è più elevata, l’uso di tecnologie legate alla sostenibilità è ancora basso: l’Europa e il Nord America guidano l’utilizzo di tecnologie legate alla sostenibilità, ma con un’adozione del 9 per cento. L’hardware per l’agricoltura di precisione, che è uno dei principali strumenti per le pratiche agricole sostenibili e a basse emissioni, è il più utilizzato in Nord America (28%), seguito subito dopo dal Sud America (27%) e dall’Europa con il 21 per cento. Le soluzioni più adottate sono il software di mappatura e monitoraggio della resa (69%), le tecnologie per l’applicazione di fertilizzanti a rateo variabile (67%) e lo spegnimento automatico delle sezioni di irrorazione (67%). L’Asia sta ancora recuperando terreno, con solo il 4% di adozione delle categorie tecnologiche legate alla sostenibilità.
L’importanza delle regole
La regolamentazione svolge già un ruolo centrale nel plasmare il futuro dell’agtech: i dati dell’indagine mostrano come i cambiamenti normativi proposti negli ultimi tre-cinque anni in vari Paesi influenzeranno probabilmente la direzione dell’adozione e dell’innovazione agtech. Ad esempio, si prevede che il Green Deal abbia un impatto moderato sull’uso di fertilizzanti e pesticidi da parte degli agricoltori. È probabile che questa iniziativa spinga l’adozione di innovazioni agtech come le soluzioni software per la gestione delle aziende agricole e le tecnologie per l’agricoltura di precisione, oltre a uno spostamento verso l’utilizzo di fattori di produzione con minori emissioni di gas serra. Un altro esempio è rappresentato dall’attenzione alle risorse idriche e alla gestione dell’acqua.
Il timore per i dati
Infine, la diffusione della tecnologia in agricoltura deve fare i conti con cyber security: il 20% del campione ritiene l’accesso ai dati l’ostacolo principale all’adozione di un software di gestione aziendale.