Le Marche, tradizionalmente, non sono un territorio a particolare vocazione corilicola. Tuttavia, in tempi recenti, proprio in questa regione, così come in altre dove in precedenza non si praticava questa coltura (Emilia Romagna in primis), l’interesse per il nocciolo è in forte crescita. Tanto che Christian Ruffini, titolare de La Collina delle Nocciole di Arcevia (Ancona), ha deciso addirittura di piantarne 50 ettari (tutti a biologico!) e, in prospettiva, di produrre lui stesso semilavorati di alta qualità a base di nocciola.
Un’alternativa rispetto ai seminativi
“Non è stata senz’altro una scelta facile –racconta a myfruit.it- ma la rifarei. La nocciola, infatti, è un prodotto che bene o male si vende sempre, e che non è soggetta solitamente a quelle fluttuazioni di mercato che hanno i seminativi, storica coltura delle Marche. Siamo partiti quattro anni fa con questo progetto, quindi ci vorrà ancora qualche tempo per entrare a regime, ma al momento siamo molto soddisfatti”.
Cultivar differenziate
Ruffini, che è associato ad Assofrutti, ha fatto scelte molto precise anche in termini di selezione delle cultivar da piantare. “Ci siamo orientati -prosegue- su Nocchione, Giffoni e Romana per diversi motivi. Innanzitutto, c’è una sfasatura nei tempi di raccolta, perchè a seconda delle varietà le piante hanno tempi diversi, dunque c’è una maggiore tutela anche nel caso di eventi meteorologici avversi. Inoltre, abbiamo notato che l’impollinazione è migliore se si alternano gli ettari con le diverse varietà”.
Progetti futuri
Anche per il futuro, Ruffini (che attualmente ha il più grande noccioleto delle Marche) ha le idee chiare. “In prospettiva -spiega- pensiamo anche a un laboratorio per produrre semilavorati di alta qualità con le nostre nocciole, tutte biologiche. L’intenzione è quella di rivolgerci a clienti professionali, come gelaterie e pasticcerie, che cerchino una produzione di nicchia particolarmente curata”.