Quali potenzialità ha lo sviluppo della coltivazione di nocciole in Calabria? E perchè ci sono produttori corilicoli calabresi che stanno dicendo no al Progetto Nocciola Italia di Ferrero? Di questo e di molto altro ancora si parlerà venerdì 22 ottobre 2021 alle 16,30, nella sede di Confagricoltura Cosenza in via Piave 3 a Cosenza, dove è in programma un importante convegno per lo sviluppo della corilicoltura in Calabria, organizzato dalla stessa Confagricoltura.
Sono previsti gli interventi di Paola Granata, presidente Confagricoltura Cosenza, Antonio Clasadonte, divulgatore Arsac (azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura in Calabria), Giuseppe Adduci, direttore Upa (unioni provinciali degli agricoltori) Cosenza, e Giuseppe Rotiroti, presidente del Consorzio di valorizzazione e tutela Nocciola di Calabria.
Alla vigilia di questo importante momento di confronto per diversi produttori che intendono sviluppare i propri noccioleti o avvicinarsi per la prima volta a questa coltura, myfruit.it ha interpellato Paola Granata, che ha illustrato le potenzialità del territorio calabrese e ha spiegato anche perché diversi produttori locali, finora, hanno scelto di rimanere fuori dal Progetto Nocciola Italia di Ferrero, anche se a livello regionale, in ogni caso, nel giugno scorso è stato approvato con apposita delibera uno schema di intesa tra la Regione e la Ferrero.
“La vocazione corilicola della Calabria è piuttosto antica – spiega Granata – e risale alla metà dell’Ottocento, quando nel Catanzarese fu portata una varietà proveniente dal Piemonte. Nel corso del tempo questa varietà si è evoluta e si è adattata al territorio, estendendosi un po’ in tutta la regione, tanto che attualmente, sempre a livello regionale, ci sono già circa un migliaio di ettari di terreno allevati a nocciole. Il momento è ora propizio per lanciare in grande stile questa coltura, tanto che già dallo scorso anno il Consorzio per la valorizzazione e la tutela della Nocciola di Calabria ha intrapreso il percorso per chiedere la Igp (indicazione geografica protetta) sulla nostra nocciola, ma non solo. La nostra intenzione è infatti quella di associare, assieme all’Igp, anche la certificazione bio”.
Con questa premessa, si arriva anche alla motivazione per la quale diversi corilicoltori calabresi hanno deciso, al momento, di non aderire al Progetto Nocciola Italia di Ferrero. “In questo momento – spiega ancora Granata – stiamo cercando di fare massa critica attraverso nuovi impianti, per creare nuove opportunità per le aziende agricole. In altri termini, puntiamo a produrre nocciole di altissima qualità, Igp e biologiche appunto, che possano essere commercializzate tenendo il punto fermo sulle contrattazioni future. La Ferrero, insomma, non è esclusa a priori se vuole acquistare le nostre nocciole, ma ciò che vogliamo è proporre un’importante opzione ai nostri agricoltori anche delle zone interne della regione, con un prodotto molto ricercato sui mercati internazionali, così come è un po’ tutta la frutta secca, dalle noci alle mandorle”.
Non manca, poi, un importante appoggio politico. “La Regione ha aperto un bando, tuttora in corso, per chi intende sviluppare la corilicoltura a livello locale, con fondi del Psr destinati alla Calabria. Anche di questo parleremo nel convegno di venerdì”.