Il futuro delle castagne ha nuovi alleati. Studiosi dell’Università della Tuscia hanno infatti messo a punto nuove molecole ambientalmente sostenibili per il contenimento del marciume bruno e dei balanini del frutto in pieno campo. Ma non solo: nell’ambito del progetto “Sancast – Uso di metodi fisici e biologici a impatto zero nella filiera castanicola per garantire qualità e salubrità del prodotto”, finanziato da Lazio Innova (con un contributo della Regione Lazio), sono stati provati con esito positivo mezzi fisici e parametri di trattamento per la sterilizzazione del frutto nel post-raccolta, nonché sistemi innovativi nella cernita non distruttiva del frutto.
Tutti questi risultati, che possono fattivamente contribuire al rilancio della produzione castanicola dopo gli anni bui del cinipide galligeno, sono stati presentati nei giorni scorsi in un webinar organizzato a conclusione del progetto.
All’evento hanno preso parte oltre 50 addetti ai lavori tra accademici, rappresentanti delle principali associazioni di categoria e castanicoltori, tutti collegati in streaming. Durante l’evento on line, sono stati presentati i risultati raggiunti dai ricercatori dell’Università della Tuscia in 26 mesi di sperimentazione. Le relazioni degli intervenuti sono integralmente scaricabili dal sito del progetto: https://www.sancast.it/news-pagina.asp?id=891