Il pistacchio “fa notizia” su La Repubblica. Il popolare quotidiano ha infatti dedicato in questi giorni una doppia pagina a questo frutto dalle tante proprietà salutistiche, raccontandone i tanti pregi e le principali zone di produzione, tra cui naturalmente Bronte. “Mandorle e pistacchi e miele – scrive tra l’altro il servizio citato – sono passpartout secolari nella cultura culinaria siciliana. Ma se miele e mandorle sono di facile approccio (per coltivazione, produzione e trasformazione), il pistacchio riesce come un piccolo gioiello scontroso. Certo, c’è pistacchio e pistacchio. Dalla Turchia alla California, l’agricoltura seriale permette di ragionare in numeri grandissimi, tali da non farli mancare mai sui mercati del mondo. Gusci leggeri, semi grandi, colori tenui, arrivano sui nostri scaffali in buste abbondanti, senza rischi di esaurimento precoce delle scorte. I pistacchi italiani sono altro: piccoli, tosti, così riservati da maturare solo un anno sì e l’altro no. Gli anni pari sono quelli del riposo delle piante. Quest’anno, a Bronte (terra di pistacchi a doppia protezione, Dop e Presidio Slow Food) niente raccolto: le drupe commercializzate sono quelle raccolte lo scorso anno e stivate al buio e al fresco, condizioni per la conservazione ottimale, visto che caldo e luce li ossidano irrimediabilmente…”. Non mancano poi anche indicazioni per gli acquisti: “…Per questo, i pistacchi vanno mangiati con riguardo. Diffidando del colore sgargiante di troppi gelati (il cui verde smeraldo si deve ai coloranti), gustandoli a uno a uno, come piccole gemme di bontà in bilico adorabile tra dolce e salato. E pagandoli il giusto, perché inerpicarsi tra gli arbusti con una sacca a tracolla per raccoglierli costa fatica e rende poco”.
Il pistacchio conquista “La Repubblica”
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