Le mandorle sono un ottimo prodotto su cui investire, vista la crescente domanda internazionale, ma l’Italia sta facendo marcia indietro e perde quote di mercato. Questo, in sintesi, è uno degli aspetti emersi durante il seminario sull’evoluzione del mercato della mandorla tenutosi nei giorni scorsi a Firenze presso Assocantuccini, l’associazione che riunisce i produttori del Cantuccino Toscano. A rendere noti alcuni dati sull’andamento del mercato della mandorla è stato Marco Ginanneschi, partner e amministratore della società di consulenza Futura srl. In particolare, Ginanneschi ha evidenziato come la geografia della mandorla guardi sempre più verso ovest, dal momento che oggi gli Stati Uniti, con le loro coltivazioni californiane, detengono oltre il 55% della produzione mondiale per quantità e quasi il 59% in valore, nonché il 70% dell’export. E non si tratta di un affare di poco conto: solo a livello di produzione, il mercato planetario vale oltre 7 miliardi di dollari. La domanda, peraltro, negli ultimi anni è in continua ascesa: dal 1999 al 2009 si sono registrati per ogni anno aumenti medi del 12%, al netto dell’inflazione. Stante tale situazione, che prevede peraltro ottime prospettive anche per il futuro, l’Italia arranca. Nel 1999, infatti, il Belpaese era al terzo posto nella produzione mondiale, ma dal 2010 ha perso una posizione, attestandosi ora al quarto posto con 108.000 tonnellate e una quota mondiale del 4,3%. Le superfici coltivate, peraltro, continuano a diminuire, con un calo del 12,8% tra 2006 e 2012.
Mandorle, l’opportunità che l’Italia non sfrutta
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