L’Italia è il secondo produttore al mondo di nocciole, ma soffre ancora troppo l’importazione di prodotto dall’estero, soprattutto dalla Turchia. Questo, in sintesi, è quanto Coldiretti ha pubblicamente denunciato in questi giorni. “Per quel che riguarda le nocciole – spiega Coldiretti – il nostro Paese vanta due Indicazioni Geografiche Protette e una Denominazione di Origine Protetta; tre marchi di tutela giuridica riconosciuti dall’Unione Europea. Eppure l’Italia sta aumentando da diverso tempo a questa parte le importazioni di tale frutto. Nei primi undici mesi del 2013 si è raggiunto un vero e proprio record, come non accadeva da ben dieci anni. Entrando più nello specifico dei dati, il periodo gennaio-novembre dello scorso anno è stato caratterizzato da 33 milioni di chili di nocciole sgusciate che sono state importate da altre nazioni: si tratta soprattutto di frutti provenienti dalla Turchia (ben 29 milioni), dato che il paese anatolico è il primo produttore al mondo in questo settore. Soltanto nel 2002 si erano raggiunti livelli simili, per la precisione 34 milioni di chilogrammi. Questo vuol dire che ben un terzo delle nocciole che usiamo per i nostri dolci, creme o gelati sono importate e non nostrane: è una penalizzazione pesante per tre prodotti di qualità elevata come la nocciola del Piemonte e quella di Giffoni (entrambe Igp), oltre alla nocciola romana (Dop). Tra l’altro, i consumatori sono completamente ignari di quello che comprano, visto che non esiste alcun obbligo di indicare la provenienza”. Oltre alla Turchia, altri due Paesi da cui provengono le nocciole importate dall’Italia sono l’Azerbaigian e la Georgia.
“Troppe nocciole straniere in Italia”
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