La raccolta deve ancora iniziare, ma il risultato è già noto: anche il 2012, per il terzo anno consecutivo, sarà un anno nero per le castagne dei Monti Cimini, nell’antiappennino laziale in provincia di Viterbo. La situazione è così grave che il sindaco di Canepina (VT), Maurizio Palozzi, ha chiesto in questi giorni l’istituzione di un tavolo permanente con la Regione Lazio e il Ministero dell’Agricoltura, al fine di “individuare le modalità per fronteggiare una situazione davvero drammatica”. Al quotidiano online Viterbo News24 lo stesso primo cittadino ha aggiunto: “Dai sopralluoghi effettuati in questi giorni abbiamo riscontrato che anche quest’anno il raccolto sarà scarso e, in alcune zone, del tutto assente. L’agricoltura dei nostri territori rischia di subire un colpo mortale”. Sotto accusa per questa situazione sono due cause: da una parte il cinipide galligeno, ancora molto presente sul territorio, dall’altra la siccità straordinaria delle ultime settimane. La provincia di Viterbo produce in media 60.000 quintali di castagne all’anno, per un valore di 7,5 milioni di euro. Il comune di Canepina, da solo, detiene una quota del 40%. Il Lazio, con oltre 6.100 aziende specializzate nel settore, è la quinta regione in Italia per superficie riservata al castagno.
Castagne, previsioni nere per i Monti Cimini
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