Eventi e Fiere

Asparago: bianco giù, verde su. E si punta ai consumi autunnali

A Macfrut la quarta edizione dell’International Asparagus Days. I numeri della produzione italiana e mondiale

“L’asparago ha un basso indice di penetrazione del mercato, solo il 50% delle famiglie lo consuma almeno una volta all’anno. Lo scopo dell’International Asparagus Days (Rimini, 7-9 settembre 2021, in concomitanza con Macfrut) è anche fare crescere questa quota“. Con queste parole Luciano Trentini, esperto della filiera dell’asparago, è intervenuto alla conferenza stampa di stamattina tesa a fare il punto sull’organizzazione dell’evento di settembre. “Gli acquisti da parte del consumatore – ha aggiunto – sono concentrati in un periodo ridotto, da aprile a giugno. Dobbiamo ampliare il calendario produttivo per far crescere i consumi anche in autunno“. 

Appuntamento a Rimini

La quarta edizione dell’International Asparagus Days si svolgerà nell’ambito di Macfrut, la Fiera internazionale dell’ortofrutta in programma al Rimini Expo Center da martedì 7 al 9 settembre 2021. Ma, come ha sottolineato Renzo Piraccini, presidente di Macfrut, si tratta di una situazione eccezionale: “La concomitanza di quest’anno è dovuta all’emergenza sanitaria e ci aspettiamo interessanti sinergie tra i due eventi – ha puntualizzato – Tuttavia dal prossimo anno contiamo di tornare al calendario consueto“. L’International Asparagus Days 2021 sarà coordinato da Luciano Trentini, il quale si avvarrà del supporto tecnico scientifico di Christian Befve, anch’egli profondo conoscitore della filiera in questione a livello mondiale. Oltre all’area espositiva, sono previsti convegni, dimostrazioni indoor e visite tecniche in campo: “A seconda delle dimensioni dello stand abbiamo messo a punto due pacchetti per gli espositori dell’International Asparagus Days – ha raccontato Piraccini – Uno da 3.500 euro, l’altro da 6.500. Per entrambi è previsto anche lo stand virtuale“.

Nell’area dinamica verranno approfonditi tutti gli aspetti della filiera: le nuove varietà, la produzione vivaistica, la preparazione dei terreni per l’impianto, la conduzione della asparagiaia con particolare attenzione alla possibilità di anticipare la produzione, la raccolta degli asparagi, la lavorazione del prodotto in modo ecocompatibile “La filiera è al lavoro per garantire al consumatore finale un prodotto di elevata qualità – ha puntualizzato Trentini – In Veneto, Friuli Venezia Giulia e nel Lazio sono in atto sperimentazioni per la produzione di asparagi precoci riscaldati con acque geotermiche. E si sta testando anche l’impiego di acque riscaldate da energie rinnovabili o energia elettrica”.

L’asparago in Italia

In Italia la produzione dell’asparago si estende su una superficie di circa 9.500 ettari concentrata in Puglia (circa il 50% del totale), Veneto (21%) ed Emilia Romagna (circa 8%). Rispetto allo scorso anno si è registrato un calo produttivo di circa il 10 per cento: “Il 2021 è stato un anno difficile per via dell’andamento climatico – ha commentato Trentini – Gli abbassamenti termici e le abbondanti piogge hanno, come già accaduto nel 2020, ritardato la raccolta e compromesso le rese produttive. L’asparago comunque mantiene un trend positivo sotto il profilo commerciale, cresce la domanda da parte dei consumatori per tutte le tipologie, in particolare le varietà verdi“.  In aumento anche domanda di asparagi verdi per il mercato estero, meglio se biologici. Gli asparagi bianchi oggi rappresentano poco meno del 20% dell’intera superficie nazionale e sono presenti solo in due regioni italiane, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Gli asparagi viola (il più conosciuto è il Violetto d’Albenga) sono coltivati quasi esclusivamente in Liguria. A trainare la produzione nazionale sono gli asparagi verdi pugliesi, che rappresentano ancora livelli produttivi superiori ai cinquemila ettari. In Campania la coltura interessa oltre 400 ettari di asparagi verdi coltivati prevalentemente in serra. 

L’asparago nel mondo

Quanto al mercato mondiale, gli attuali 215mila ettari non sono sufficienti a coprire la richiesta mondiale: “Gli asparagi bianchi – ha riferito Befve – sono graditi ai consumatori adulti e sono molto legati alla stagionalità. Crescono invece le prospettive per l’asparago verde, sempre più apprezzato dalle nuove generazioni e più adatto a essere destagionalizzato. Si è inoltre notata una contrazione dei consumi dell’asparago bianco in conserva, mentre aumenta la domanda di asparagi surgelati”. Quanto all’asparago biologico, attualmente la quota a livello mondiale è pari al 10% della produzione totale: “I consumi e le produzioni sono concentrate in Europa, Stati Uniti e Giappone – ha concluso Befve – In generale è alto l’interesse per il prodotto fresco e sostenibile”. Secondo le proiezioni, per soddisfare il fabbisogno mondiale di asparagi serve una superficie coltivata compresa tra i 270 e i 280mila ettari. Il maggiore produttore resta la Cina, con una superficie di 93mila ettari. Seguono Messico (29mila ettari) e Perù (22mila). 

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