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Il ministro Bellanova a Fruit Logistica: tavolo ortofrutta, missione in Russia, impegno sull’export

Ministro Teresa Bellanova

Era da tempo che un ministro del Mipaaf non andava alla fiera berlinese. Nel suo intervento Teresa Bellanova ha fatto suoi i temi caldi del settore e convocato il Tavolo per il 15 febbraio.

“Siamo qui tutti insieme per dire al mondo noi siamo l’Italia, siamo una squadra che lavora tutta assieme”. Ha aperto con un messaggio di unità il suo intervento a Berlino durante Fruit Logistica, Teresa Bellanova, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.

C’era molta attesa per il suo intervento, anche perché era da molto tempo un ministro del Mipaaf non si recava a Berlino alla manifestazione più importante del mondo dell’ortofrutta e dove l’Italia è anche il principale paese espositore. Un intervento, quello del ministro, durato più di 15 minuti, all’interno del quale ha toccato molti punti e che riportiamo nella sua interezza nel nostro video qui in basso.

Nei suoi riferimenti più attinenti al mondo ortofrutticolo, si è detta sostanzialmente d’accordo su tutti i temi sollevati dagli interventi di esponenti del settore ortofrutticolo che l’hanno preceduta e ha comunicato di aver convocato un Tavolo Ortofrutticolo per il prossimo 25 febbraio. Un tema, quest’ultimo, noto: non è, infatti, la prima volta che viene convocato, anche se sino ad ora non ha poi avuto più alcun seguito non portando, di fatto, a nessun risultato concreto e tangibile. Il ministro, questa volta, si è detta fiduciosa che da questo nuovo Tavolo, fissato dopo che il decreto sul settore ortofrutticolo è stato licenziato dalle Regioni nella conferenza Stato-Regioni, possano nascere nuovi gruppi di lavoro.

Sul fronte export, tema ovviamente molto caldo a Fruit Logistica – la Germania è il primo paese importatore di ortofrutta per l’Italia – e che fatica da due anni a questa parte avendo imboccato una strada pericolosa che sta portando all’aumento dell’import, il ministro ha ribadito il suo impegno per lavorare sull’abbattimento delle barriere presenti in alcuni paesi al momento preclusi al nostro export. “Non è un lavoro facile e rapido, ma non ci spaventa” ha affermato il ministro Bellanova ricordando l’impegno su dossier che potrebbero aprire l’export di alcuni prodotti importanti del settore ortofrutticolo verso paesi come Messico, Colombia, Vietnam e la Cina.

La Russia, infine, mercato ormai chiuso da agosto del 2014, vale a dire da quando è iniziato l’embargo da parte di Putin, è un tasto sempre dolente, considerando l’importanza che stava cominciando a rivestire per molte aziende di questo settore. Il ministro, nell’annunciare un suo prossimo viaggio a metà mese a Mosca per incontrare il suo omologo nel ruolo di ministro dell’agricoltura, ha affermato che di voler sondare se si siano spazi per cercare di aprire nuovamente un mercato molto importante per l’ortofrutta italiana.

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1 Commento

  • Salve Alessandro.
    con riferimento alla possibilità di commentare sia l’intervento del ministro che come discorso generale, che Lei gentilmente mi offre, Vorrei portare a conoscenza quelle che sono le mie esperienze, operando nel mondo parallelo in qualità di costruttore di macchine pelatrici per diversi tipi di Frutta.
    Mi presento:
    Sono Carlo Ascari di ABL Cavezzo, leader mondiale per macchine pelatrici detorsolatrici e tanto altro, per 15 diversi tipi di frutta.
    ABL esporta quasi il 100% (99, qualcosa) della propria produzione (circa 15 milioni) in 5 continenti, e vanta oltre 500 clienti che usano le nostre macchine, in quanto fondata nel ormai lontano 1978.
    Proprio in riferimento al programma del ministro di visitare la Russia, credo che ci si debba preparare ad un discorso inverso.
    Per merito del famoso embargo, nel frattempo in Russia hanno messo a dimora molti milioni di piante da frutto di tutti i tipi, specialmente nelle parti del sud
    Loro, i russi (da parte dei quali ho ricevuto 3 importanti visite a Berlino) pensano di esportare verso l’Europa, i loro prodotti in sostituzione di quelli Cinesi che per i noti motivi, andranno in crisi più che mai, piuttosto ci si dovrebbe chiedere chi è stata la mente che ha accettato di fare parte dei paesi che sono caduti in questa trappola, credo non fosse poi così difficile da capire.
    Poi ci sarebbe anche altro.