Iniziano a scorrere i titoli di coda per la frutta estiva nei mercati all’ingrosso dove fa l’ingresso quella autunnale con prezzi sostenuti. Parliamo, in particolare, delle pere che nei calibri maggiori stanno abbondantemente sopra i tre euro. Meno sostenute le quotazioni delle mele che mediamente stanno sotto i due euro. Nonostante il bel tempo e spiagge ancora ben frequentate arrivano le castagne mentre ancora si consumano angurie che per il meteo vedono anche una leggera ripresa sul prezzo. I pomodorini tengono sempre quotazioni oltre i tre euro.
A Firenze le prime pere costano
Un settembre buono, finora, al mercato all’ingrosso di Firenze. La fotografia è di Aurelio Baccini, vicepresidente nazionale e presidente locale di Fedagro, che indica un andamento sostenuto per i prezzi sia di frutta sia di verdura: “Resteranno alti per la prima categoria, mentre per la seconda lo sono stati finora, ma è tutto in divenire. La campagna della frutta con nocciolo si è svolta a un livello non esagerato, nonostante le avvisaglie, come invece sta accadendo sulle pere. Quasi fuori mercato”.
Vediamo più nel dettaglio: “Le Abate sono intorno a 3/3,50 euro ed è la varietà di riferimento che tira in alto anche le altre. Ci sono differenti concause: dalla cimice al freddo, quindi alla fine c’è pochissimo prodotto e, se non è pochissimo, però i prezzi alti rendono la situazione non allegra. Andrà ridefinita. Inoltre c’è un problema sulle pere che spesso non maturano più come prima e si perde in qualità“. Così le pere, ma le cugine mele? “Funzionano nonostante un problema produttivo. Il nuovo prodotto è rappresentato dalla Gala e la media di vendita e su 1,50/1,70 euro”.
E’ andata bene la frutta con il nocciolo
Vediamo i titoli di coda della frutta estiva: “Le albicocche hanno tenuto prezzi mediamente alti, sopra i 2,50 euro, e con prodotto sempre disponibile per i mercati. E’ arrivato dal estero e da diverse regioni italiani”. Stesso discorso per le susine con prodotto dalla Spagna, un po’ da Vignola e il prezzo medio è ora sopra i due euro. Infine, “le pesche hanno valori leggermente più bassi ma è rimasto abbastanza prodotto. Ora c’è quello siciliano e spagnolo. Le pesche sono presenti in quasi tutte le regioni: Piemonte, Calabria, Sicilia, Puglia, Marche. La produzione va organizzata”.
Uve: ampia forbice dei prezzi
Settembre è il mese dell’uva e si presenta un’ampia forbice di prezzo: “Si parte dal picco minimo da 1,20 euro – in particolare con prodotto della Puglia – per toccare i 2,50 euro in particolare dalla Sicilia mentre le varietà senza semi quotano i valori massimi: 2,50/3 euro“. Meloni e angurie? “Una campagna difficile si sconta una disorganizzazione della produzione, si vende del buon prodotto anche a 0,50 euro, abbiamo dei picchi a 170/2 euro per i meloni di gran qualità che reggono la battaglia. Sugli agrumi ancora prodotto dall’emisfero sud, sono un po’ calati i volumi dalla seconda metà di agosto e i limoni hanno sempre sostenuti, anche intorno ai due euro“.
Nel reparto verdure e ortaggi c’è sempre il prezzo sostenuto di alcune varietà di pomodoro: “Il ciliegino e il datterino sono sui 3/3,50 euro e c’è poca disponibilità. Il grappolo da Latina intorno a 1,50/1.60 euro ma non viene molto richiesto, mentre l’ olandese è in ripresa e quota 1,30/1,40. C’è un buon consumo di insalate e in media si vendono a 1,10/1,20 euro, la lattuga romana intorno a 1 euro, prezzi alti per le zucchine: con le scure siamo a 1,30/1,40 mentre le chiare con fiore vanno da 2 a 2.50 euro, melanzane 0,90/1 euro e infine peperoni a 1,30 /1,50 euro”.
Prezzi alti per le pere anche a Verona
Al mercato all’ingrosso di Verona myfruit.it ha incontrato Andrea Bonizzi, responsabile qualità e listino prezzi. L’agronomo conferma l’esordio sostenuto nei prezzi delle pere: “Le pere Abate in padella quotano da 2,80 (calibro 16) a 3,20 euro (calibro 14)“, sostenuto anche il prezzo della Kaiser, origine Emilia Romagna, intorno a 2,60 euro per il calibro 16. Prezzi diversi per le mele. “Le Golden locali in padella locali intorno a 1,30 euro ( calibro 80+) mentre la Royal Gala (calibro 80+) sempre in padella sono a 1,20 euro”.
Inizia a calare il sipario sulla frutta estiva: “Sono finite le pesche locali, abbiamo le siciliane (tripla A) che oscillano da 1,50 a 1,80 euro; i meloni sono stabili e il prodotto liscio extra nazionale quota su 1,80 euro. Il capitolo uve vede la presenza delle varietà Italia e Vittoria – origine Puglia e Sicilia – da 1,30 euro mentre la Pizzutella dalla Puglia arriva a 2 euro e quotazioni più alte quelle senza semi”. Angurie? ” Quelle poche rimaste sono salite di prezzo e quotano intorni a 0,25/0,30. Le fragole vedono l’inizio delle prime varietà locali a partire da 3 euro in padella, sempre venete ma dalla Lessinia quotano 3,50 mentre il prodotto dal Trentino oscilla sui da 4/5 euro“. Si vedono le prime castagne, i primi arrivi sono targati Cile e Piemonte, nello specifico da Cuneo, dall’Italia con ampia forbice delle quotazioni: da 4,50 a 5,50. Infine, i limoni sempre dall’emisfero sud a 1,20 euro.
In calo zucchine e fagiolini
Il banco delle verdure registra delle riduzioni di prezzo di diversi articoli: “Le zucchine da 1,50 euro sono scese a 0,80/0,90 (calibro 14/21), sono calati anche i fagiolini: quelli raccolti con la macchina da 2,50 a 1,80 euro, perdono 0,50 euro anche quelli raccolti a mano ovvero da 3,50 a 3 euro. La lattuga in calo con la Gentile (da 0,70 a 0,60) mentre sono in leggero rialzo le melanzane da 0,60 a 0,80/0,90 come anche i peperoni origine locale e nazionale da 0,80 a 1 euro. Infine i cetrioli sono stabili 0,80 euro”.
A Torino bene i fichidindia
Nel mercato del capoluogo torinese la fotografia sui prezzi è scattata da Giancarlo Gianusso, agronomo dell’ufficio qualità e logistica del Caat: “La riapertura delle scuole non ha portato finora a un aumento degli scambi”. Sul fronte articoli anche a Torino le pere hanno prezzi sostenuti: “Le William, origine Emilia-Romagna, sono quotate 1,80/2 euro (20 pezzi) e 2/2,20 (18 pezzi9”. Si vendono bene i fichidindia siciliani: “Da 16 pezzi sono a 1,30/1,50 euro, mentre da 14 pezzi si sale a 1,60/1,70. I fichi verdi in vaschetta, invece, sono sui 3/3,50 euro”. Sul fronte frutta estiva abbiamo le pesche a 1,80 (tripla A) e a 1,4/1,50 (doppia A) mentre le nettarine origine Sicilia a 2 (tripla A) e 1,60/1,70 euro (doppia A).
Diversificati i prezzi delle uve: “Italia a 1,60/2 euro, Pizzutella da 2 euro a salire e la Vittoria oscilla da 1,30 a 1,60 euro”. Passiamo agli ortaggi: “Le melanzane nere sono sopra l’euro, la violetta da 1,40 a 1,60 euro. Per i pomodori ciliegino da 3/3,40 euro e datterino da 3,20/3,60 mentre il grappolo 1/1,30 euro. Le zucchine chiare con fiore da 0,80/1 euro con picco di 1,20 mentre le zucchine scure sono sopra l’euro”.