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Lotta al cinipide, è allarme nell’appennino bolognese

Sembra non conoscere pace la castanicoltura da quando in Italia è arrivato il cinipide galligeno, altrimenti noto come “vespa cinese”. Questo insetto sta mettendo a dura prova i castagneti della Penisola e, nell’appennino bolognese, ora si sta pensando agli estremi rimedi per fronteggiare l’estrema emergenza. A chiedere la possibilità di effettuare trattamenti fitosanitari è la stessa Confagricoltura Bologna, che rileva: “Il piano di controllo biologico della vespa cinese o Dryocosmus kuriphylus, avviato dalla Regione, non ha portato ai risultati sperati. Chiediamo pertanto una deroga che consenta ai produttori di castagne bio di effettuare trattamenti con prodotti fitosanitari durante il mese di maggio, periodo in cui si registra il picco massimo di casi”. L’appello dell’associazione di categoria è arrivato alla vigilia del convegno “Cavar le castagne dal fuoco: problemi e prospettive per la castanicoltura”, tenutosi sabato scorso a Vergato (Bo) proprio per affrontare la grave fitopatia della vespa cinese alla presenza anche dell’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli. Come è noto, il cinipide ha portato negli ultimi anni la produzione di castagne a livelli minimi, aumentando di conseguenza le importazioni di prodotto dall’estero.

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