E’ andato in scena ieri, 28 maggio, l’Innovation day, l’evento virtuale voluto da Coldiretti, con cui è stato lanciato il manifesto della filiera agroalimentare 4.0. Un lungo momento di confronto tra i diversi attori, che unanimi hanno richiamato la necessità di investimenti nelle nuove tecnologie, nella digitalizzazione, nella banda larga.
Tra gli altri è intervenuto Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, che ha ricordato due aspetti che vanno nella direzione del progresso tecnologico: nel decreto Rilancio sono state prese misure specifiche per supportare le start up e sono stati stanziati 200 milioni per investimenti nel settore agrifood. In coda agli interventi dei protagonisti del manifesto, sono state presentate una serie di soluzioni innovative e concrete per l’agricoltura in chiave 4.0. Sono tutte figlie del lavoro di numerose start up italiane; alcune interessanti per il settore dell’ortofrutta.
Tecnologia a portata di tutti
Ad aprire i lavori Vincenzo Gesmundo, segretario generale della confederazione, che richiamando lo scenario che sta caratterizzando l’emergenza sanitaria ha esordito: “Durante il lockdown il pianeta ha respirato; al contempo, la filiera agroalimentare ha goduto di grande visibilità perché non si è mai fermata e ha così permesso di sfamare tutti”. In pratica, secondo il ragionamento di Gesmundo, si dovrebbe fare tesoro di questa esperienza, seppure dolorosa, per progettare un futuro del settore agroalimentare all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione: “Scienza amica e tecnologia alla porta di tutti – ha concluso – sono quanto serve al nostro settore”.
Dello stesso avviso Antonio Samaritani, Ad di Abaco group: “Oggi ragioniamo di innovazione nel settore agroalimentare, stiamo progettando il futuro. E la nostra piattaforma Demetra va proprio in questa direzione: potremmo definirla il sistema nervoso dell’ecosistema agricoltura 4.0“. Samaritani, richiamando l’indispensabile percorso di digitalizzazione necessario a tutte le imprese, ricorda l’opportunità di poter fruire del credito di imposta: “Se un macchinario funzionale alla propria attività è collegato a una piattaforma di scambio dati, il credito di imposta sale al 40% – ha spiegato – Per i grossi investimenti si tratta di un vantaggio da non sottovalutare”.
Federico Vecchioni, Ad di Bonifiche Ferraresi, ha sottolineato l’importanza di innescare un circolo virtuoso: “Investire in conoscenza significa attrarre nuovi investimenti in tecnologia avanzata e in nuove figure professionali. Innovazione significa anche andare nella direzione delle richieste del consumatore, che invoca sostenibilità, blockchain, tracciabilità, conoscenza dei prodotti”.
Luigi Pio Scordamaglia, consigliere delegato Filiera italiana, ha ricordato che l’innovazione deve essere lungo tutta filiera, dal campo alla logistica, passando per i processi di trasformazione.
Ha poi richiamato la Farm to fork europea: “Una strategia che mette al centro del sistema la sostenibilità e la salute del consumatore. L’Italia – ha proseguito – è da sempre apripista di questi temi: ora è il momento di adottare un approccio di economia circolare per contenere gli sprechi e ottimizzare le risorse”.
Infine, Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha concluso: “Desideriamo che la nostra agricoltura sia al primo posto anche per innovazione, come lo è per la sostenibilità e per la qualità delle produzioni. Auspichiamo che siano stanziate risorse specifiche per l’ammodernamento tecnologico, risorse che non devono essere sottratte alla Pac (politica agricola comunitaria), ma specificatamente dedicate”.
Le soluzioni innovative per il settore ortofrutta
E’ seguita una carrellata di soluzioni innovative messe a punto da diverse startup che operano nel settore agroalimentare: dal settore zootecnico, al settore cerealicolo, passando anche per la logistica, in modo particolare l’e-commerce. Qui di seguito riportiamo quelle di interesse per il settore ortofrutta, a cominciare dalla proposta di Agrorobotica.
Si chiama Spyfly ed è la soluzione per il monitoraggio robotico di insetti nocivi, che nasce da un presupposto: l’utilizzo di agrofarmaci genera esternalità negative, basti pensare ai costi. Inoltre, nonostante la lotta, gli insetti sono causa del 10% di danni diretti sulle colture, a cui si sommano glie effetti indiretti, in quanto gli insetti sono vettori di virosi e batteriosi. Il sistema, che funziona con pannelli fotovoltaici, tramite richiamo sessuale attira gli insetti: una telecamera dotata di sensori trasporta in cloud le informazioni raccolte e, grazie a un hardware e a un software particolarmente sofisticati, è possibile identificare il tipo di insetti e l’importanza dell’attacco. L’applicazione è molto vasta, di fatto su tutte le colture. Nel corso del 2020 sarà testata su frutteti e vigneti.
Bluetentacles ha invece presentato una soluzione per l’irrigazione 4.0, ossia un sistema che, tramite algoritmi e intelligenza artificiale, è in grado di programmare l’apporto irriguo quando serve davvero, secondo la logica del produrre di più, ma con meno risorse. Grazie a un cloud, possono essere rilevati una serie di dati, quali l’umidità e la temperatura, nonché le previsioni meteorologiche. Una volta elaborati, il sistema fornisce il consiglio irriguo: quando e quanto irrigare. Le prime installazioni sono state fatte su meleti e vigneti.
Infine, One exponential farming ha presentato una piattaforma modulare e scalabile, completamente automatizzata per il vertical farming intensivo, ma al contempo orientata al massimo livello di sostenibilità. Si tratta di Farm Zero che, secondo la startup che la propone, consente una riduzione del 70% del consumo energetico, del 95% di risparmio di acqua, a fronte di una densità del raccolto triplicata e dell’assenza dell’uomo nelle fasi di coltivazione.