Nonostante il ruolo di primo piano anche nella gestione dell’emergenza coronavirus – i trasporti non si sono mai fermati – è innegabile che il settore sia da tempo in crisi. Per ripartire, secondo Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito, l’associazione nazionale che riunisce i trasportatori professionali, non è però più sufficiente recuperare i deficit finanziari con le logiche del passato, ma occorre generare efficienza: “Il rilancio economico del Paese – sottolinea – deve transitare anche attraverso misure di forte incentivazione pubblica e privata, a cominciare da una operatività h24 nella raccolta e distribuzione delle merci nei magazzini commerciali, nelle piattaforme logistiche, nei terminal portuali e interportuali“.
Il che significa gestire i turni di lavoro in modo tale da non congestionare le ore di punta, consentire il rispetto delle norme sul distanziamento, sfruttare strade e autostrade quando i cittadini sono fermi e ridurre notevolmente le inutili e costose (non remunerate) ore di attesa. Secondo il coordinatore, infatti, per garantire i giusti ricavi, i mezzi devono produrre per 9 ore e pertanto, un veicolo che subisce fermi macchina per 3 o 4 ore, non copre nemmeno i costi fissi.
“Recuperare in termini di produttività – conclude il coordinatore ligure – è nell’interesse di tutti, dell’impresa così come degli autisti, alleati nella difesa di un quadro di regole da rispettare, nella ricerca di utili e nella garanzia degli stipendi. Senza seri e reali interventi governativi che abbiano efficacia immediata e determinino un concreto alleggerimento delle tre principali voci di costo – gasolio, autostrade e tassazione del lavoro – le imprese di autotrasporto, che non sono amate dal sistema bancario, collasseranno per mancanza di liquidità”.