La sostenibilità ambientale, senza dimenticare quella sociale. E l’incidenza della demografia su consumi, produzione e distribuzione, ma pure l’intelligenza artificiale. Sono alcuni dei temi del convegno che ha dato il via alla fiera di settore più importante del mondo.
Le criticità ambientali stanno danneggiando le colture mondiali, ma allo stesso tempo hanno originato lo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali. Tutti orientati a rispettare la sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni e della distribuzione.
Una soluzione sostenibile allo spreco alimentare
Un approccio originale al problema dello spreco alimentare è arrivato da Jenny Du – co-fondatrice e vicepresidente di Apeel Sciences che sta operando sul mercato con un prodotto particolare: una seconda pelle o una sorta di “seconda buccia”, ne abbiamo scritto qui, commestibile di derivazione vegetale che rallenta la deperibilità di frutta e verdura e raddoppia se non triplica la conservazione mantenendo la loro naturale freschezza. Si salva il prodotto e aumentano i margini per il rivenditore.
Coltivare nei container contro i viaggi da migliaia di chilometri
Harrie Rademaekers, fondatore di Futufarm, ci ha fatto capire con chiaro esempio l’importanza del suo prodotto. “In Svezia, in passato, la metà della popolazione produceva generi alimentari. Ora li vedono arrivare sui camion. Frutta e verdura non devono più viaggiare per migliaia di chilometri”. Va bene, ma come fare? Harrie propone la coltivazione nei container Futufarm – ormai ce ne sono duecento dislocati nel mondo – che permettono di abbattere notevolmente le emissioni e l’inquinamento. E si risparmiano risorse con l’uso di acqua recuperata”. In 30 metri quadrati, costa 120 mila euro, si produce come su superficie estese risparmiando acqua, terra e trattamenti fitosanitari.
Bananageddon per la biodiversità delle banane
Jackie Turner, team Leader di Bananageddon ha posto il tema dei pericoli della monocoltura della banana cavendish che rischia di far scomparire questa varietà di frutto. Il progetto si basa sulla valorizzazione di altre tipologia di banane. Ma per arrivare a questo anche il consumatore deve fare la sua parte e quindi deve essere disponibile a spendere di più per tutelare la biodiversità: “Una banana che ha viaggiato per migliaia di chilometri costa meno di una mela coltivata localmente…”.
I consumi dominati dai single
L’ambiente lancia dei segnali e c’è chi li coglie anche nei reparti di ortofrutta come ha fatto ben vedere Simon Wainwright – Director of Insight, la sua ricerca visuale su come viene offerta al consumatore. “Assistiamo ad un forte cambiamento demografico, ci sono più singles e famiglie monoparentali che vivono in spazi più piccoli e comprano di conseguenza in spazi più piccoli”. Meno consumo ma più attento. E la ricetta secondo Simon Wainwright è sintetizzata in tre parole: rilevante, efficiente, differente. Il consumatore ha bisogno anche del teatro con le degustazioni e cerca la conferma del legame fresco e salute. C’è da stupirlo e sono tanti che ci riescono attraverso esposizioni ricercate ma ricche di informazioni e di emozioni. Quelle che non si trovano ma on-line, ma soprattutto negli spazi fisici.
L’impatto sociale con l’etica
Fruitnet World of Fresh Ideas è stata anche l’occasione per conoscere Sonia Cordera – Vice Direttore, Fresh and Ingredients, IDH The Sustainable Trade Initiative – che nelle sue azioni in campo e nei campi ha puntato sulla sostenibilità sociale e assicurare così un salario minimo ai contadini.
Droni che catturano gli insetti , mele rosse inglesi e risparmio idrico
Il tecnologo agricolo Bram Tijmons al convegno ha presentato i droni che catturano gli insetti dannosi, una caccia senza chimica quindi sostenibile. Alan Guindi, amministratore delegato Richard Hochfeld Group, ha svelato una interessante nuova mela inglese : la Sunburst, rossa anche nella polpa e molto gustosa. E per produrla si usa acqua riciclata. Il consumo idrico è assicurato. Ben Horsbrugh – Key Account Manager & Membership Management, GlobalG.A.P – ha sottolineato l’importanza di un sistema di valutazione che comprenda standard sociali, sprechi alimentari, consumo di acqua, biodiversità, impronta di carbonio e materie plastiche.
Tanti temi e tutti i progetti con un filo conduttore verde ovvero green: il futuro dell’ortofrutta