Il porto di Venezia-Marghera sta lavorando a rilento. E’ infatti partito ieri (26 aprile) lo sciopero di tre giorni indetto dalle sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per i lavoratori della cooperativa Nuova Clp, che fornisce manodopera allo scalo.
Il fermo perseguirà fino a venerdì 28 aprile, con inizio alle 5.30 del mattino e con un presidio davanti all’Autorità portuale il 27 aprile. Motivo del contendere la garanzia del lavoro.
Secondo il presidente dell’Asp, Fulvio Lino Di Blasio, i tre giorni di sciopero sono “fuori scala e non collegati alla richiesta di apertura di un tavolo, che infatti era già stato avviato dall’Autorità portuale con tutte le parti in causa”. “Il nostro intento – ha aggiunto – è lavorare per la sicurezza dei lavoratori, per dare prospettive al lavoro portuale e per giungere a un servizio che garantisca un’organizzazione del lavoro portuale in linea con le esigenze di efficienza di un porto moderno e basata su una sana e corretta gestione finanziaria”.
Camion di nuovo fermi
Dopo lo stop di quattro giorni dovuto alla festa della liberazione (25 aprile), in Italia per altri tre giorni consecutivi il trasporto su gomma dovrà sottostare ai divieti di circolazione. Il calendario impone infatti, dopo il consueto divieto del sabato (29 aprile) e della domenica (30 aprile), anche il fermo per lunedì primo maggio (festa dei lavoratori). I veicoli pesanti non potranno viaggiare, salvo deroghe, dalle 9.00 alle 22.00.
In Germania ancora in sciopero gli autisti polacchi
Intanto, in Germania, continuano gli scioperi di cui aveva riferito myfruit.it tre settimane fa. Si tratta della protesta messa in atto dagli autisti del Gruppo di autotrasporto polacco Agmaz i quali, non ricevendo lo stipendio da tempo, non solo sono pronti a proseguire nel fermo dell’attività – siamo alla quinta settimana di protesta – ma non hanno nessuna intenzione di lasciare i luoghi dello sciopero, causando così disagi a tutta la viabilità.
Per dare le dimensioni del problema, basti pensare che la questione è arrivata al Parlamento europeo di Strasburgo, il quale ha discusso circa la necessità di rafforzare il controllo nel settore dei trasporti. Nel mirino le condizioni di lavoro delle persone provenienti da Paesi terzi, definite particolarmente vulnerabili allo sfruttamento.