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Italia Next Dop, le denominazioni a confronto

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Autore Redazione

Si è tenuto oggi il primo simposio teso a diffondere la ricerca scientifica nel settore agroalimentare

Fondazione Qualivita chiude con successo “Italia Next Dop – Primo Simposio Scientifico filiere Dop Igp”, la prima iniziativa nazionale per diffondere la ricerca scientifica nelle filiere Dop Igp tenuta a Roma, all’Auditorium della Tecnica, il 22 febbraio 2023, organizzata in collaborazione con i soci fondatori Origin Italia, CSQA Certificazioni, Agroqualità, Poligrafico e Zecca dello Stato alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), Francesco Lollobrigida.

Oltre 800 stakeholder del settore agroalimentare di qualità italiano hanno partecipato alle sei sessioni scientifiche e alla presentazione dei 90 progetti di ricerca sulle Dop Igp italiane nella Agorà della Ricerca Ig, una selezione del grande patrimonio scientifico agroalimentare sulle IG traccato da Qualivita che comprende 200 ricerche attive e 18.000 presenze bibliografiche. “Investire nella ricerca vuol dire puntare ad essere sempre più competitivi e sostenibili. In legge di Bilancio abbiamo destinato 225 milioni di euro all’innovazione, che dobbiamo rendere nostra alleata nella valorizzazione della grande tradizione agroalimentare e vitivinicola italiana. Lo spirito di collaborazione, su cui si fonda l’evento di oggi, è fondamentale per condividere proposte e ragionare su un sistema Italia sempre più capace di competere sul piano internazionale e sui grandi mercati, che hanno voglia di made in Italy”, ha affermato il ministro Masaf, Francesco Lollobrigida, intervenendo in conclusione del Simposio.

Le 50 relazioni presentate durante le sessioni scientifiche hanno offerto un’ampia fotografia del settore e dei suoi possibili sviluppi. La sessione Qualità ha mostrato, in particolare, la rilevanza di un cibo con caratteristiche nutrizionali ben codificate e orientate al benessere nel contribuire alla crescente qualità produttiva. Il panel Normativa ha evidenziato come i sistemi agroalimentari di qualità evolvono grazie ad una legislazione rigorosa, coerente e trasparente a garanzia di consumatori e produttori. La sessione Governance ha invece evidenziato l’importanza di un sistema di produzione coordinato che garantisce sicurezza alimentare e rispetto dei valori della filiera e la centralità dei Consorzi di tutela nell’intervenire su numerose sfide: dai mercati, all’occupazione, dalla formazione degli operatori alla difesa delle risorse naturali del territorio fino allo sviluppo di forme di turismo esperienziale evoluto. Il panel Sostenibilità ha testimoniato la crescente consapevolezza delle filiere sull’implementazione di processi di sviluppo sostenibile a tutto tondo, dall’ambiente al sociale, frutto di un’impronta etica ben riconoscibile. Gli studi illustrati in ambito Mercati hanno offerto un nuovo impulso alla comprensione dell’evoluzione dei mercati e all’individuazione di nuovi sbocchi commerciali per le aziende, grazie anche all’analisi su strategie di differenziazione di prodotto e di internazionalizzazione. Infine, la sessione Marketing ha mostrato in particolare come attraverso le tecnologie attuali – il cosidetto Martech – si possa valorizzare le certificazioni e come i processi di comunicazione della qualità debbano assumere un ruolo sempre più profondo rispetto al tradizionale messaggio pubblicitario, veicolando certezze e informazioni di garanzia in tempo reale oltre a notizie chiare e specifiche su tutti gli elementi della filiera.

“Il Simposio dimostra come l’Italia, leader in Europa del settore delle Dop Igp, si è messa in moto per prima nell’affrontare le grandi sfide che sono davanti a noi – ha affermato il Presidente del Comitato Scientifico di Qualivita, Paolo De Castro. Grazie allo specifico bagaglio di competenze consolidate degli operatori e alla grande capacità dei Consorzi di tutela di coordinare lo sviluppo, il connubio con il grande patrimonio scientifico agroalimentare nazionale può essere costruito rapidamente e risultare la chiave del successo futuro”.

Le relazioni e i progetti esposti hanno offerto un’inedita visione di insieme delle sfide e dell’evoluzione che le filiere del sistema agroalimentare di qualità nazionale stanno affrontando.

“Siamo di fronte ad un momento di grande evoluzione del sistema agroalimentare italiano che oltre alla sfida della transizione deve affrontare vari attacchi internazionali – ha sottolineato il Direttore Generale della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati. In questo contesto, la ricerca ci ha mostrato oggi una nuova visione della qualità e come le filiere made in Italy dovranno evolversi per rimanere leader sui mercati”.

Per sensibilizzare gli attori della ricerca applicata alle filiere Dop Igp e incentivare un dialogo efficace con le aziende del comparto, Fondazione Qualivita, con il patrocinio di Banca MPS nell’ambito del progetto MPS Agroalimentare, ha dato inoltre vita al Premio Ricerca Ig – Italia Next Dop. Si tratta di un riconoscimento assegnato da una giuria di 15 esperti al miglior interprete della divulgazione scientifica tra i 90 progetti di Consorzi di tutela, Università e Centri di ricerca fra quelli presenti nell’Agorà della Ricerca IG con l’obiettivo di finanziare ulteriori attività di ricerca. Ad aggiudicarsi il premio di questa prima edizione è stato il progetto Life Green Sheep presentato dal Consorzio per la tutela della Igp Agnello di Sardegna e da Agris Sardegna che risponde alla parola chiave sostenibilità con l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio della carne e del latte ovino del 12% entro 10 anni.

I numerosi contributi di Italia Next Dop si configurano come primo step di una strategia di lungo periodo che aiuti ad affrontare le nuove sfide globali: dai cambiamenti climatici, al nutriscore, dalle etichette di health warning, alle fake news, fino alla crisi energetica e alla concorrenza sleale sui mercati. Un percorso che sarà supportato da Qualivita 2030, la nuova iniziativa delle Fondazione lanciata, sulla scia della strategia Farm to Fork e dell’agenda Onu per lo sviluppo sostenibile per promuovere la conoscenza scientifica sulle Indicazioni Geografiche. Un progetto che prevede la creazione di un moderno sistema di informazione scientifica da realizzare attraverso una rivista internazionale d­i divulgazione, nuovi strumenti di comunicazione digitali, un simposio biennale e dei workshop tematici per la formazione. “Un progetto per il Paese – ha evidenziato il Presidente della Fondazione Qualivita, Cesare Mazzetti – che chiama a raccolta tutta la comunità scientifica, le filiere, i Consorzi di tutela e le istituzioni culturali per affrontare le sfide globali e consolidare il sistema della qualità agroalimentare italiano come riferimento per le Indicazioni Geografiche a livello internazionale”.

De Castro, nuovo patto di fiducia produttori Dop-cittadini

“Italia Next Dop rappresenta l’obiettivo che il nostro sistema agroalimentare deve porsi di qui al 2030: i produttori dovranno saper fondare un nuovo patto fiduciario con i cittadini, all’insegna della qualità, del prodotto e del processo di produzione, equo, sostenibile e trasparente. E i consorzi delle nostre oltre 800 Dop e Igp saranno protagonisti di questa trasformazione”. Lo ha detto Paolo De Castro, eurodeputato Pd e relatore della revisione del sistema delle Indicazioni geografiche dell’Ue, intervenuto al simposio Italia Next Dop, organizzato dalla Fondazione Qualivita.
“L’innovazione è la risposta per vincere questa sfida, ma ancora oggi persiste una certa diffidenza verso tutto ciò che in ambito agroalimentare è percepito come tecnologico – ha spiegato De Castro – occorre una nuova narrativa affinché il consumatore accetti di buon grado le novità. Non esiste antitesi fra innovazione e tradizione, anzi, la prima può aiutarci a preservare la nostra ineguagliabile diversità agro-alimentare, di cui i consorzi di tutela sono i veri custodi”. Ed è con questo obiettivo ha ricordato De Castro, “che stiamo lavorando al nuovo Testo unico sulla qualità europea per continuare a far evolvere, senza bisogno di investire un euro di fondi pubblici, la tutela e la promozione del sistema della Dop economy, che vale oggi oltre 75 miliardi di euro a livello europeo, e quasi 20 a livello italiano”. Secondo l’europarlamentare, “è chiaro che non si tratta più di una semplice questione culturale di pochi Stati particolarmente affezionati alla propria cultura culinaria, ma di un vero e proprio patrimonio economico e politico, oltre che culturale e sociale, di cui l’Italia è protagonista. Per questo – ha concluso – il nostro Paese dovrà essere in prima linea e lavorare per arrivare, entro fine 2023, a una riforma che possa davvero rispondere alle necessità dei nostri cittadini”.

Melinda e la logistica sostenibile

Tra le aziende presenti anche Melinda, la quale ha portato sul palco le buone pratiche per una logistica sostenibile. In Italia, il sistema delle Dop Igp conta 200mila imprese e 291 Consorzi di tutela riconosciuti dal ministero per un valore alla produzione che supera i 19 miliardi e un’incidenza complessiva pari a un quinto dell’intero settore agroalimentare nazionale. Non sono solo i numeri, però, a evidenziare la leadership italiana nel comparto europeo dei prodotti certificati. Determinanti, infatti, sono anche la solida struttura organizzativa, l’ampio insieme di competenze consolidate degli operatori e la capacità di coordinamento delle iniziative di sviluppo da parte dei Consorzi. Caratteristiche, queste ultime, che consentono oggi alle imprese di rispondere alle sfide lanciate dalla Commissione Europea con l’avvio del Green Deal: ovvero garantire cibo sufficiente e a prezzi accessibili raggiungendo la neutralità climatica entro il 2050. Le soluzioni proposte da Melinda si collocano proprio in questo solco e rappresentano un esempio efficace di innovazione sostenibile.

Emblematico il caso delle celle ipogee, le stanze di conservazione, naturalmente protette da rocce impermeabili situate a 300 metri di profondità all’interno della miniera di dolomia Rio Maggiore. Qui le mele riposano in un ambiente asciutto, caratterizzato tutto l’anno da condizioni microclimatiche costanti. La bassa temperatura, i bassissimi tenori di ossigeno e la capacità isolante della roccia, consentono di preservare i frutti più a lungo impiegando un quantitativo ridotto di energia: circa il 30% in meno dell’ammontare richiesto nei magazzini di superficie.

Oggi le celle ospitano circa 30mila tonnellate di mele che saliranno a 40mila entro la fine dell’anno. Oltre ai vantaggi di costo, l’uso dei magazzini sotterranei determina anche un calo delle emissioni di CO2, un importante risparmio idrico nel raffreddamento dei compressori e l’eliminazione dei pannelli coibentanti, tipicamente complessi da smaltire. Questa soluzione, infine, libera spazio in superficie a beneficio del paesaggio e dell’estensione delle coltivazioni.

“La tutela delle varietà Dop, che costituiscono il 90% della nostra produzione, e la necessità di rafforzare le strategie di sviluppo a basso impatto ci impongono di trovare soluzioni lungimiranti, innovative e sostenibili che consentano di differenziare le nostre produzioni e il nostro marchio, tutelando il territorio e le persone che lo vivono – ha commentato Paolo Gerevini, direttore generale di Melinda – Grazie alle celle ipogee, in particolare, possiamo tagliare ogni anno consumi di acqua e suolo pari a dieci piscine olimpioniche e altrettanti campi da calcio, liberando così risorse idriche e spazi di superficie a vantaggio della comunità”.

Il contributo del Crea

“Le Indicazioni geografiche sono il pilastro dell’economia agroalimentare italiana: frutto di una tradizione vincente, oggi sono leader sui mercati mondiali grazie alla costante innovazione e alla sempre maggiore sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni. Con centinaia di ricerche su decine e decine di indicazioni geografiche Il Crea sostiene lo sforzo dell’agricoltura italiana di qualità per produrre sempre meglio, con meno e nel solco della tradizione”. Così Stefano Vaccari, Direttore Generale Crea a Italia Next Dop. 

Qualità, innovazioni varietali, digitalizzazione, mercati, governance: Il Crea sostiene l’innovazione nel campo delle Indicazioni geografiche (denominazioni e indicazioni protette) che nel 2023 produrranno valore per oltre 20 miliardi

I ricercatori del Crea sono a disposizione per illustrare le più significative attività, che il più importante ente di ricerca dedicato all’agroalimentare sta sviluppando per supportare il made in Italy, lungo l’intera filiera. Dalla valorizzazione e tutela dei prodotti di qualità – vegetali, animali ed ittici (composizione chimica, valore nutritivo e salutistico di numerosi alimenti Dop, Igp e Stg) – a quella delle risorse genetiche locali Dop e Igp (Peperone di Pontecorvo Dop, Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop), fino alla caratterizzazione dei prodotti e soluzioni a basso impatto ambientale(Pagnotta del Dattaino Dop, la Patata del Fucino Igp). Ma non solo.

Infine, da non trascurare la ricerca nel campo delle politiche agricole italiane ed europee(Eccellenze Rurali, ruolo dei Consorzi di Tutela nei processi di cooperazione e integrazione lungo la filiera, Progetto Life Ada per la resilienza del settore agricolo al cambiamento climatico)  e lo sviluppo di sistemi digitali di supporto e ottimizzazione della gestione fitopatologica.

Fonte: Ansa – Origin Italia – Melinda – Crea

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