In un’annata che, a livello nazionale, vede la campagna delle nocciole tra luci e ombre e quella delle noci sostanzialmente positiva, c’è anche chi dichiara grandi problemi per entrambe le colture. Tra questi c’è Michele Lippiello, titolare di una storica azienda di Tufino (Napoli), attiva nella produzione di noci e nocciole da quattro generazioni.
“Per quanto riguarda le nocciole – spiega Lippiello – l’anno scorso la produzione era stata circa il 90% in meno rispetto a un’annata normale. Per quest’anno, sarebbe stato difficile a pensare qualcosa di peggio. Invece, a causa del caldo torrido della scorsa estate, la campagna di quest’anno è stata disastrosa. C’è anche chi ha preferito non raccogliere e non mancano coloro che hanno deciso di abbandonare definitivamente il noccioleto. Difficile, del resto, pensare di recuperare dopo due batoste del genere e consecutive, un anno dopo l’altro. Nella mia azienda, per esempio, anziché 500 quintali di nocciole, alla fine ne ho raccolti solo 26”.
Anche i prezzi di vendita sono improponibili. “Oltre alla mancata produzione – continua Lippiello – c’è il problema della qualità che lascia a desiderare per varietà come la Tonda Avellinese, la Mortarella e la San Giovanni. Così, capita che anziché a 200 euro il quintale, che già non sarebbe un prezzo elevato, le nocciole siano acquistate a 50 o 60 euro il quintale, decisamente al di sotto dei costi di produzione. Una vera tragedia, insomma”.
La situazione non è meno preoccupante per le noci. “La produzione di quest’anno – spiega Lippiello – è inferiore rispetto al 2021. Inoltre, le piogge dei giorni scorsi hanno favorito lo sviluppo della mosca della noce, un insetto che prova l’annerimento del mallo e quindi danneggia il frutto. E tutto ciò sta avvenendo in un’annata di costi di produzione alle stelle. Per questo motivo in tanti nella mia zona stanno cambiando lavoro”.