La mandorla nell’immaginario collettivo non rimanda immediatamente alla Sardegna. Eppure, in regione, c’è chi si è avvicinato da alcuni anni a questa coltura e sta già pensando in grande. A un consorzio, per esempio, che riunisca i principali produttori regionali. Obiettivo: fare sistema e concentrare alcune lavorazioni.
Tra coloro che stanno credendo con grande convinzione in questo progetto c’è Antonio Vinci, mandorlicoltore e titolare del brand “Mandorle di Sardegna” nel territorio della Marmilla, tra le province di Cagliari e Oristano.
“Sono partito con la mandorlicoltura nel 2014 – spiega – e da sempre seguo il metodo biologico. Al momento ho in produzione 7 ettari, che l’anno prossimo diventeranno 13. Per gestire meglio la raccolta e per una maggiore sicurezza anche dal punto di vista agronomico, abbiamo puntato su quattro differenti varietà: Tuono, Genco, Supernova e Ferragnes”.
Tracciando poi il bilancio del 2021, Vinci aggiunge: “L’anno scorso è andata molto bene, sia a livello di volumi di produzione, sia di qualità dei frutti. Anche il 2022, al momento, non sembra male. Tuttavia, se continua a non piovere (tutti gli impianti sono in asciutto, ndr), potremmo avere problemi per il raccolto del 2023”.
Vinci ha già avviato diversi contatti commerciali per le sue mandorle, ma ha anche altri obiettivi. “Attualmente vendiamo le mandorle intere sgusciate a clienti professionali in Sardegna, nel resto d’Italia e anche in Europa. Tra l’altro il nostro prodotto, essendo biologico e coltivato in asciutto, presenta un’aromaticità molto forte e apprezzata da chi è alla ricerca di un prodotto di nicchia di alta qualità. Ma, insieme ai pochi altri principali mandorlicoltori che ci sono in Sardegna, stiamo studiando l’eventualità di fare un consorzio. Oltre a fare sistema, sarebbe molto funzionale anche a concentrare alcuni processi di lavorazione”.