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Meno mele del previsto. Assomela: “Effetto cimice e clima”

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Autore Redazione

Scende a 1,8 milioni di tonnellate la produzione di mele destinate al mercato fresco. “A novembre mercato vivace, possibile rialzo delle quotazioni”

Quest’anno la quota di mele destinate al mercato fresco sarà tra le più basse dell’ultimo decennio. È quanto comunica Assomela, il Consorzio delle Organizzazioni di Produttori di mele italiani, dopo l’ultimo aggiornamento di novembre, decisamente inferiore rispetto alle stime di agosto.

Se ad agosto le previsioni indicavano in 2.194.000 tonnellate la produzione complessiva di mele in Italia, il nuovo aggiornamento di novembre scende a 2.131.301 tonnellate e porta il quantitativo destinato al consumo fresco a circa 1,8 tonnellate.

ConsuntivoMele2019

“Tale abbassamento è giustificato innanzitutto dalle particolari condizioni climatiche della primavera-estate 2019 – afferma Assomela – che hanno influito fortemente sul calibro dei frutti, che si è rivelato quindi inferiore alle attese, creando qualche squilibrio anche nella disponibilità per i principali mercati. In aggiunta vanno anche citati i danni causati, in alcuni areali produttivi, dalla presenza ormai sempre più invasiva della cimice asiatica che ha abbassato la quota di merce commercializzabile che potrà essere immessa sul mercato”.

Per quanto riguarda la situazione a livello comunitario, confermate 10.500.000 tonnellate circa, in diminuzione di oltre il 20% rispetto al record di oltre 13.200.000 ton. dell’autunno 2018.

“Su tali basi, il mercato a novembre è partito piuttosto vivacemente –conclude Assomela – soprattutto in termini di volumi e potrebbe sostenere prossime revisioni al rialzo delle quotazioni, anche per i calibri inferiori che rappresentano per alcune varietà una quota importante del prodotto commercializzabile”.

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