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Salvatore Lotta: “Forse angurie senza sottocosto”

I minori volumi dovrebbero garantire prezzi medio-alti. Agricola Campidanese punta sul nichel free con le fragole

Siamo all’inizio della campagna 2022 per l’Op Agricola Campidanese, detentrice del brand L’Orto di Eleonora.  Salvatore Lotta, direttore commerciale,  parla di una stagione all’insegna di un prodotto di buona qualità, nuovi partner commerciali, ma anche battaglia  contro i rincari dei fattori di produzione e la mancanza di manodopera: “Eppure potremo assumere dalle 50 alle 80 persone“. Buon ultimo, ma non meno importante l’avvio della produzione, a iniziare dalle fragole, di prodotti nichel free. Una nicchia a banda larga molto promettente.

Partiti con meloni e mini angurie, questo fine settimana via con Eleonora

Iniziamo con il cronoprogramma della campagna 2022: “Siamo partiti da una ventina di giorni, a fine aprile con le mini angurie e i meloni retati sia in Sardegna sia Sicilia. Oggi arrivano le prime angurie Eleonora in Sicilia, le vendite per i nostri clienti iniziano questo fine settimane. Sembra una stagione favorevole, c’è stato un problema in fase di allegagione, le produzioni non sono eccessive e ci aspettiamo prezzi medio-alti“.

Non sarà un anno di promozioni? “Ne ho visto con perdite rilevanti, per esempio le mini angurie a 0,99 quando costano 1,50/1,60 euro. Se sarà un estate calda come dicono non ci dovrebbero essere le campagne sotto costo di angurie e meloni. Le produzioni sono inferiori in tutta Europa. Molti Paesi hanno tagliato le produzioni – parliamo di Grecia, Spagna, Marocco, Turchia – a causa dell’aumento dei costi, degli effetti della pandemia e dei riflessi geopolitici provocati dalla guerra. Anche noi abbiamo ridotto le quantità, tenendo presente l’anno scorso quando a causa del clima e di poca programmazione c’era più prodotto di quello che si è consumato“. Quest’anno, il condizionale è sempre d’obbligo, dovrebbe andare diversamente.

Debutto con Eleonora, a giugno Gavina, Majores e Corallo e nuovi clienti

Bene Eleonora già sui mercati. “A giugno pronti con Gavina, Majores e Corallo, le colture sono tranquille non ci sono problemi”. Bene anche le novità commerciali: “Abbiamo dei nuovi clienti in Belgio, Olanda e Austria ma anche in Italia. Cerchiamo di lavorare con questi clienti e concretizzare tutti i progetti, anche con le catene storiche con cui lavoriamo, per esempio il marchio Origine Coop con Gavina dove abbiamo iniziato l’anno scorso e quest’anno raddoppiamo i quantitativi“.

Gli aumenti pesano su tutti i fronti

Inevitabile il capitolo rincari: “Con  l’aumento dei costi è quasi impensabile stare in piedi. Fare un ettaro di anguria costa mediamente dai 14 ai 15mila euro, dunque per una produzione di 400/500 quintali parliamo di un costo di 40/50 centesimi al chilo”. C’è da stare attenti. E il manager sardo ci offre un altro esempio: “Per consegnare un chilo di anguria o melone nella piattaforma della Gdo ho un aumento del 60% dei costi. C’è da calcolare energia elettrica, carburante, costo della manodopera, imballaggi lievitati del 30% mentre concimi e fitofarmaci vedono un rialzo del 100%. Sono tutti aumenti che si ripercuotono sui costi della produzione”.

Verso il mercato nichel free, si parte con le fragole

Salvatore Lotta ci parla anche delle fragole: “La campagna è stata anomala, ci sono stati dei momenti forse con un eccesso di produzione per un ritardo avuto in Spagna. Ad aprile i prezzi non sono mai stati alti come l’anno prima“. Ma si guarda avanti con la novità nichel free: “Partiremo a settembre con un impianto fuori suolo, con una fragola nichel free, a residuo zero. Abbiamo registrato una richiesta in questa direzione, ci sono clienti sempre più attenti e disposti a spendere qualcosa in più, bisogna andare in tutte le direzioni possibili”.

Mancano lavoratori agricoli

C’è un forte problema di reperimento della manodopera secondo il manager: “Bisognerebbe fare un appello. Il reddito di cittadinanza è uno strumento con un nome diverso, un sostegno al mancato reddito che dovrebbero percepire le aziende quando assumono persone disoccupate. Altrimenti può essere destinato ai Comuni che fanno lavorare queste persone che con il sistema attuale si stanno disincentivando a lavorare. Non vengono ad occuparsi in agricoltura per prendere 1200 euro. La tecnologia non può sostituire tutti le mansioni, molti lavori vengono fatti ancora manualmente. Il nostro gruppo potremo assumere 50/80 persone ma non le troviamo, neanche dall’estero perché non possiamo sapere a gennaio, come indica la normativa, il peso della manodopera necessaria”.

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