Immaginata come un’isola magica, la Sicilia diventa nella nuova campagna di comunicazione web nazionale, lanciata dal Distretto produttivo agrumi di Sicilia, con il sostegno dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, un luogo fantastico e immaginifico, in cui ogni elemento della terra racchiude una forza creatrice che genera altra bellezza.
Protagonisti del progetto incentrato sulla valorizzazione delle produzioni agrumicole Dop e Igp, sono le arance e i limoni di Sicilia certificati di qualità che fanno parte del Distretto: le quattro Igp, quindi, il Limone Interdonato, il Limone dell’Etna, l’Arancia Rossa di Sicilia, il “Limone di Siracusa” e una Dop, l’Arancia di Ribera. Eccellenze di un territorio che ne diventano esse stesse essenza, raccontate in meno di 50 secondi in un video, che ne scardina gli elementi fino a farne nuove ambientazioni, in un gioco fra immagini reali ed integrazioni grafiche in 3d, con plastici e miniature, realizzati anche attraverso la tecnica landscape.
Il risultato è una sorta di trasposizione di micro-mondi che compaiono e scompaiono come parti di una scenografia ben curata. Una “Sicilia magica”, popolata da uomini e donne che da millenni lavorano la terra e ne riconoscono tanto il profumo quanto il segreto di fecondità.
“Un aspetto quello della professionalità e del know-how delle produzioni che ha bisogno di essere trasmesso meglio ai mercati e ai consumatori – spiega la presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Federica Argentati – Immergeremo il consumatore in questo meraviglioso mondo delle produzioni Dop e Igp, attraverso immagini che lasciano su un piano sospeso realtà e sogno, affinché possa incuriosirsi e restituirci un feedback, attraverso un questionario, su quanto effettivamente egli sappia delle produzioni certificate e della filiera dietro un’arancia Dop o un limone Igp”.
Una campagna di comunicazione innovativa e trasversale, dunque, dedicata all’Arancia di Ribera Dop con le sue varietà di Brasiliano, Washington Navel e Navelina, la cui zona di produzione comprende 13 comuni della provincia di Agrigento, riconoscibile per il caratteristico ombelico interno, la buccia uniforme, così come la sua polpa senza semi; l’Arancia Rossa di Sicilia Igp con le sue varietà Tarocco, Moro e Sanguinello coltivate in un vasto territorio che comprende 32 comuni tra le province di Catania, Enna e Siracusa, che si contraddistingue per una caratteristica unica al mondo, i pigmenti rossi, dovuti alla presenza di antocianine che si sviluppano grazie all’escursione termica tra giorno e notte favorita dalla presenza del vulcano Etna; il Limone di Siracusa Igp cultivar Femminello prodotto nelle tipologie Primofiore e Bianchetto, in 10 comuni della provincia di Siracusa; il Limone Interdonato Messina Igp, cultivar Interdonato, che cresce in tutta la parte ionica della provincia messinese fino a Giardini Naxos. Infine, il Limone dell’Etna Igp, cultivar Femminello, che estende la sua produzione lungo la fascia ionico-etnea nella provincia di Catania, su terreni principalmente di origine vulcanica.
“Il Distretto produttivo Agrumi di Sicilia è uno strumento di programmazione territoriale che si prefigge diversi obiettivi – aggiunge la presidente Argentati – e nell’ambito di questo specifico progetto, abbiamo puntato sulla capacità di fare rete tra i consorzi di tutela, in un gioco di squadra che esalta il valore complessivo dell’agrumicoltura siciliana. Ma anche allungare per l’intero anno il calendario dell’offerta di agrumi di Sicilia”.
Basti pensare alle produzioni di Naveline che si raccolgono fino a febbraio, che sembrano lasciare il testimone ai limoni Bianchetti di Siracusa che si raccolgono fino ad aprile, mentre le arance bionde di Ribera, il Brasiliano soprattutto, corre insieme al rosso Tarocco fino a maggio, per ritrovare a giugno i limoni verdelli, mentre il femminello si raccoglie praticamente sempre.
“Per quanto sia vero che la Sicilia resta la regione più agrumetata d’Italia è altrettanto vero che non siamo gli unici produttori di agrumi. E oggi – aggiunge Argentati – il settore deve competere con nuovi mercati dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo che hanno alzato il livello di specializzazione La forza del Distretto agrumi, che rappresenta centinaia di produttori, consorzi, imprese anche di trasformazione, commercializzazione e logistica, sta dunque proprio nella capacità di saper fare sintesi attorno agli obiettivi. È fondamentale che anche i produttori capiscano l’importanza di certificare le proprie produzioni perché maggiore è il valore del prodotto certificato, maggiore sarà l’impatto sulla tutela, sulla comunicazione ed, in definitiva, sul valore del prodotto a partire dalla campagna”. E c’è un ultimo aspetto nella vision della presidente Argentati, che lei stessa racchiude nel concetto semplice dell’etica di comunità, in base al quale ciascuno per le proprie competenze e con il proprio lavoro può davvero contribuire alla crescita del territorio.
Fonte: Distretto agrumi di Sicilia