E’ iniziata in questi giorni la campagna delle albicocche della Val Venosta, una produzione di nicchia che non è destinata a espandersi, ma che rappresenta una peculiarità di un territorio sicuramente più conosciuto per la produzione di mele. “Il nostro potenziale produttivo è di 500 tonnellate – esordisce Gerhard Eberhöfer, responsabile dei prodotti stagionali in Val Venosta – Il 60/70% del prodotto viene venduto in Val Venosta nei punti vendita delle cooperative. Ma notiamo che si tratta di un prodotto sempre più conosciuto, molti consumatori vengono appositamente qui per comprare le nostre albicocche, magari approfittando di un week end o di una vacanza tra le nostre montagne”. Sono quattro le varietà coltivate, Orangered, Goldrich, Hargrand e Val Venosta: “Quest’ultima è particolarmente delicata – precisa il manager – Ma è anche particolarmente adatta alla produzione di grappe e confetture. Gli aromi e il gusto sono inconfondibili”.
La brutta notizia di quest’anno, però, è che quel potenziale produttivo è di fatto dimezzato: “Le temperature di aprile non hanno risparmiato nemmeno le nostre albicocche – racconta Eberhöfer – Abbiamo perso il 50% del prodotto”.
La stagione è in ritardo, si spera nel caldo
Come spiega Eberhöfer, i primi stacchi sono proprio di questi giorni, la stagione è in ritardo di una decina di giorni. Per il proseguo della campagna, quindi, si spera nel caldo e nel sole: “Il clima secco e ventilato dei mesi estivi permette la maturazione ottimale del frutto – puntualizza – Le albicocche sono molto delicate, anche solo due giorni di pioggia consecutivi possono arrecare danni alla produzione. Speriamo nel bel tempo per le prossime quattro-cinque settimane, la campagna terminerà a fine agosto“.
Dati i quantitativi bassi, le albicocche della Val Venosta non arrivano sui banchi della grande distribuzione, ma si limitano ai supermercati della zona e del Veneto. Ma quest’anno è ancora presto per fare programmi con la distribuzione organizzata, i prezzi non sono ancora fissati, i quantitativi raccolti al momento sono bassi. “Per un discorso di domanda alta e offerta limitata nei punti vendita dei nostri soci il prodotto ha un prezzo leggermente più alto rispetto allo scorso anno, circa il 10% in più. La qualità è ottima“.
Nessun piano di espansione, troppo alti i rischi
La produzione di albicocche della Val Venosta negli ultimi 20 anni è raddoppiata, ma non sono in programma piani di espansione: “Il rischio per gli imprenditori agricoli è troppo alto – spiega Eberhöfer – Gli albicocchi fioriscono tra marzo e aprile, quando alle nostre altitudini fa ancora molto freddo. Si tratta di un prodotto che soffre i cosiddetti danni da cielo, la possibilità di perdere la produzione è concreta. Restano il nostro gioiello locale“.
Partite anche le ciliegie
Ed è partita anche la stagione delle ciliegie della Val Venosta, anch’essa con una decina di giorni di ritardo rispetto alla consueta tabella di marcia. Le varietà proposte dall’associazione delle Cooperative ortofrutticole sono due: Kordia e Regina, ossia quelle che più si prestano alla produzione in quota, tra gli 800 e i 1.300 metri di altezza, dove si trovano la maggior parte dei cereseti di Vip: “I quantitativi previsti sono lievemente al di sotto di quelli dello scorso anno e si aggirano tra le 400 e le 500 tonnellate – riferisce Reinhard Ladurner, responsabile vendite delle ciliegie di Vip – La qualità del prodotto è buona e, grazie all’organizzazione del processo di lavorazione e distribuzione, saremo in grado di rifornire il mercato fino alla metà di agosto”.
“I presupposti iniziali – conclude Ladurner – non erano positivi, ma i nostri pronostici sono stati smentiti e riusciremo a soddisfare regolarmente Gdo e mercati ortofrutticoli italiani, così come le richieste dei nostri clienti in Austria e Germania”.