Le nuove entrate nella compagine delle pere Igp dell’Emilia Romagna, ovvero Carmen e Santa Maria (le pere estive che danno l’avvio alla campagna produttiva), sono sempre più apprezzate dai consumatori sia in Italia sia sull’intero mercato europeo. Piace la freschezza, la succosità, l’aroma, il colore e la campagna 2020, per loro, è partita con una domanda vivace del mercato e buone quotazioni.
Entrate a pieno titolo nel pool di varietà identificabili con il bollino di Indicazione geografica protetta, quest’anno si sono avvantaggiate anche della minor produzione di frutta estiva a nocciolo (pesche e nettarine, albicocche e susine), falcidiate dalle condizioni climatiche avverse proprio in Emilia Romagna. E’ terminata anche la raccolta della William, la prima delle varietà autunnali, che si presenta quest’anno di qualità eccellente e anch’essa molto richiesta ed apprezzata dai consumatori.
Le produzioni di pere, secondo i dati previsionali di Cso Italy si attestano, a livello europeo su 2,199 milioni di tonnellate, in aumento del 12% se messe a confronto con la produzione 2019, anno particolarmente negativo per i volumi prodotti. La produzione resta comunque in calo (-4%) rispetto alla media 2015/18 a causa, come al solito, di danni climatici pesanti, in alcune zone produttive, per le gelate primaverili, pioggia durante la fioritura e grandine durante l’ingrossamento dei frutti.
L’Italia, e in particolare l’Emilia Romagna, culla della produzione di pere d’Europa ha subito pesantemente, anche quest’anno, i danni climatici, con il 12% in meno di produzione rispetto alle medie 2015/18. Anche Spagna e Portogallo rilevano un calo produttivo da danni climatico-ambientali, mentre Belgio, Olanda e Francia sono stabili o in crescita.
In questi giorni è in corso la raccolta delle varietà più tardive in particolare Abate Fetel e il presidente del Consorzio pera dell’Emilia Romagna Igp, Adriano Aldrovandi, ne descrive l’andamento e le prospettive. “La produzione dell’Emilia Romagna, anche quest’anno, è falcidiata da avversità climatiche e ambientali che ne limitano la portata quantitativa. Abbiamo, come noto, una forte incidenza di danni da maculatura bruna, un micidiale parassita fungino che si attiva quando il clima è favorevole alla sua diffusione e in questo 2020, evidentemente, il clima è stato particolarmente favorevole. Credo che, in questo momento, ricerca e innovazione siano prioritarie per mettere a punto tutte le migliori tecniche per far fronte a questi problemi e la regione Emilia Romagna sta lavorando a pieno regime su questo fronte che sto seguendo passo passo”.
“Noi produttori – continua Aldrovandi – siamo in costante lotta contro le avversità e, devo dire che, i problemi dei cambiamenti climatici li sentiamo per primi. Dobbiamo proteggere i nostri frutteti con reti sempre più tecnologiche ed evolute che evitano i danni delle grandinate, evitano gli attacchi di cimice asiatica, altro flagello attuale.
Senza reti, la produzione, quest’anno, è molto danneggiata e ci salviamo solo se abbiamo la tutela assicurativa. Credo molto nella ricerca e credo nel lavoro, fatto assieme da tutta la filiera, per uscire da queste difficoltà. Ma si deve fare presto e prendere la strada giusta, altrimenti perdiamo la leadership produttiva. Pensando alle pere Igp – prosegue Aldrovandi – non abbiamo problemi di quantità perché i volumi di Igp commercializzati sono ancora molto bassi e abbiamo un prodotto eccellente, per tutte le varietà previste dal disciplinare che sono Carmen, Santa Maria, William, Abate Fetel, Decana del Comizio, Kaiser e Conference. Quest’anno, porteremo a termine il progetto di promozione nell’ambito del Psr della Regione Emilia Romagna che prevede una comunicazione rivolta ai giovani consumatori con l’utilizzo principalmente di strumenti social ed eventi di presentazione del prodotto realizzati in modalità tale da mettere in contatto produzione, distribuzione e consumatori. Non è facile questo momento – conclude il presidente Aldrovandi- ma siamo certi che le istituzioni nazionali e regionali capiranno che è indispensabile sostenere la produzione di pere in Emilia Romagna perché rappresenta, in assoluto, la produzione frutticola leader nazionale e occupa, considerata l’intera filiera, circa 100mila lavoratori”.