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Carota Novella di Ispica Igp, stagione alle porte

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Tra pochi giorni inizia la raccolta. Carmelo Calabrese: «il prodotto si presenta in ottimo stato». Il prodotto certificato venduto quasi tutto in Italia. «Come Consorzio dobbiamo lavorare per aprire i mercati esteri»

Mancano pochi giorni e le prime carote di Ispica Igp cominceranno ad essere raccolte e commercializzate. «La qualità? La produzione si presenta in ottimo stato» ci spiega Carmelo Calabrese all’ultima edizione di Fruit Logistica, presidente del Consorzio che tutela questo ortaggio dalle qualità organolettiche molto distintive e ormai riconosciute dai consumatori.

«Ci sono stati dei problemi nella prima fase di semina a ottobre a causa delle eccessive piogge, ma superato questo periodo, le condizioni climatiche sono migliorate e oggi il prodotto si presenta in ottimo stato». Sul fronte degli ettari seminati non ci sono cambiamenti sostanziali rispetto all’anno scorso: «Siamo intorno ai 1500 ettari di carote seminate: non sono dati ufficiali ma ricavati dalle principali ditte che vendono il seme delle carote in Sicilia» ci spiega sempre Calabrese. «La resa media a ettaro in una stagione normale è di circa 500 quintali».

La crescita del prodotto certificato sul mercato italiano, venduto soprattutto attraverso i punti vendita della grande distribuzione organizzata, è stata costante e molto significativa.

«Siamo passati dai 4000 quintali di prodotto certificato del 2011 agli oltre 30mila del 2018».

Differente, invece, la situazione sui mercati esteri, che ancora non comprano prodotto Igp. «Le aziende associate del Consorzio riescono a vendere all’estero le carote novelle con il loro marchio, soprattutto in Germania, ma anche in Polonia, Francia e Nord Europa». Differente la situazione per il prodotto Igp. «In questo caso, come Consorzio, dobbiamo riuscire a trasmettere i punti di forza del nostro prodotto, quindi freschezza, dolcezza, tenerezza, croccantezza e profumo, nonché la garanzia di un prodotto certificato: chiediamo qualcosa in più in questo caso, ma diamo una tracciabilità assoluta». Non è, quindi, una questione di prezzo. «Abbiamo cercato di non appesantire molto il prezzo del prodotto Igp. Vogliamo fare una politica di penetrazione, vogliamo fidelizzare il consumatore nell’acquistare un prodotto che deve avere delle garanzie a fronte di un processo di certificazione e controlli».

C’è comunque molta soddisfazione per quello che è stato fatto sono ad ora. «Se io chiedessi se la carota di Ispica sia più conosciuta rispetto a quando non avevamo il riconoscimento Igp, quindi prima del 2010, la risposta da parte di tutti sarebbe un convinto: sì. Ma noi lo riscontriamo quotidianamente d’altronde. Oggi non c’è un buyer della grande distribuzione che non conosca la carota novella di Ispica e le sue peculiarità, tant’è che l’anno scorso in Italia eravamo presenti in quasi tutte le insegne della Gdo italiana».

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