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Vitafruit: «Le mele tradizionali? Continuano ad essere fondamentali»

Vitafruit_SebastianGrandi

Commercializzazione e produzione di frutta e piante. L’azienda altoatesina è sempre molto attiva sul mercato e guarda al futuro con ottimismo, puntando soprattutto sulle varietà classiche

Sì all’innovazione, ma con cautela. «Per fare grandi volumi su determinati mercati continuano ad essere fondamentali le varietà tradizionali». Ne è convinto Sebastian Grandi, uno dei due titolari dell’azienda Vitafruit che abbiamo incontrato all’ultima edizione di Interpoma a Bolzano. 

Nata nel 2003, l’azienda ha sede Gargazzone, tra Bolzano e Merano, dove ha a disposizione un grande magazzino refrigerato di oltre 7000 metri quadrati. «Commerciamo e produciamo sia frutta che piante attraverso la nostra attività vivaistica». Tra anime, quindi, grazie ai 100 ettari di frutteto posizionati in provincia di Rovigo in Veneto e 105 ettari di vivai. «Le nostre piante ormai le esportiamo in tutto il mondo, dalla Russia al Kazakistan e Uzbekistan, e ancora Serbia, Ungheria e via discorrendo. Lavoriamo, praticamente, in tutto il mondo».

In produzione soprattutto Gala, Granny Smith e Golden. Ben il 95% del giro di affari dell’azienda è fatto all’estero, con l’esportazione sia di mele che di piante. «L’export di mele arriva negli Emirati Arabi o nei supermercati in Germania, qualcosa anche nella Gdo italiana».

Tra i punti di forza di Vitafruit avere a disposizione 70 ettari di Royal Gala, secondo Grandi. Il motivo? «Perché siamo i primi in Europa a raccoglierle verso il 26 luglio, un mese prima rispetto agli altri e quindi possiamo sfruttare il momento della mancanza di mele sul mercato».

Quest’anno il mercato è stato molto interessante all’inizio mentre ora «si è un po’ calmato perché c’è tanta produzione. Però dipende anche dalla destinazione e dalla qualità di certe varietà di mele: alcune riescono comunque anche adesso a strappare prezzi interessanti. In altri casi andiamo in concorrenza con grandi produttori come la Polonia e allora in questo caso i prezzi sono diversi e si abbassano».

Positiva anche quest’anno l’esperienza a Interpoma. «È una fiera che serve per ritrovarci con i nostri clienti, parlare di programmi e capire cosa vuole il mercato in futuro». Ecco, quali sono le prospettive future per questo settore? «Tutti cercano varietà nuove, ma le tradizionali rimarranno sempre. Anzi, per vendere quantitativi importanti di mele abbiamo bisogno di mercati asiatici come quello indiano, ad esempio, o gli Emirati. E qui vogliono mele tradizionali».

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