C’era tutta la dirigenza al completo sul palco – e tutti i soci tra il pubblico – per presentare obiettivi, stretegie e la prima novità della nuova aggragazione dell’ortofrutta italiana, Origine Group, realtà consortile costituitasi ufficialmente a inizio agosto di quest’anno (vedi qui). Ilenio Bastoni, Alberto Garbuglia e il coordinatore Federico Milanese hanno presentato al Macfrut i punti cardine che vedono 9 importanti realtà del mondo ortofrutticolo (Afe, Apofruit, FruttaC2, Granfrutta Zani, Kiwi Uno, OP Kiwi Sole, Pempacorer, Salvi-Unacoa e Spreafico) collaborare insieme con obiettivi precisi, rivolti soprattutto ai mercati esteri e che almeno in questa prima fase si concentrano soprattutto su due prodotti: kiwi e pere.
Bastoni ha ripercorso alcuni dei punti chiave che hanno spinto i soci ad unire le forze per affrontare i mercati internazionali, già emersi e dichiarati nei mesi scorsi. A Rimini, ora, si trattava di dare seguito agli annunci ed esplicitare i primi passi della nuova aggregazione. «Siamo nati a giugno, ma abbiamo già diverse cose concrete da comunicare e mi auguro che questa produttività venga mantenuta nel prossimo periodo».
Sebbene tutte insieme le 9 realtà di Origine detengano quote di mercato non indifferenti – come ha sottolineato Milanese, Origine in questo monento detiene il 30% delle produzioni italiane esportate – per affermarsi in mercati dove operano già leader stranieri serve presentarsi con i volumi giusti, comunicazione integrata e congiunta, marchi e anche nuove varietà. «Le nuove varietà vanno testate in diversi areali e in più condizioni – ha spiegato Garbuglia -. Metterci insieme ci consente di fare test dalla Calabria al Veneto. Ci impieghiamo di meno a raggiungere risultati e ognuno di noi può preservare le proprie specificità». Novità che secondo Garbuglia faranno anche da traino in futuro all’inserimento di altri prodotti.
Spazio, quindi, alla prima novità: una nuova varietà di kiwi rosso che Origine avrà in esclusiva per la coltivazione in Europa e per la commercializzazione. Si chiama HFR 18, sviluppata dalla Deyang Professional Academy of Kiwi di Shichuan in Cina. «Si distingue dalle precedenti perché è più grande e ha caratteristiche che sopperiscono alle classiche carenze dei kiwi rossi – spiega Garbuglia -. Pensiamo che si adatti bene al clima italiano e ci stiamo investendo molto. Abbiamo programmato per la primavera del 2016 i primi 20 ettari di impianto. L’obiettivo è arrivare rapidamente a 400 ettari, per poi salire a 800/1000. C’è spazio per questa referenza. Lo sviluppo sarà graduale» Paesi di destinazione? Soprattutto quelli asiatici, già sensibili al concetto di marca applicato ai kiwi. Non a caso, indipendentemente da questa nuova varietà rossa, per quelle già in commercio prodotte dai soci di Origine già dalla prossima campagna è previsto un marchio comune che verrà utilizzato nei paesi asiatici.
Per ora nessuna novità, invece, sull’altro importante prodotto che vede i soci di Origine detenere tutti insieme un importante quota produttiva (circa 100mila tonnellate), vale a dire le pere. Non resta che seguire gli sviluppi, “benedetti” anche dal viceministro dell’Agricoltura Andrea Olivero che a sorpresa è intervenuto durante la presentazione con parole certamente incoraggianti. «Da parte del governo vi è la determinazione a sostenervi. Siamo convinti che oggi è venuto il momento di stare insieme».