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Meloni Nadalini. Il fascino aromatico del melone liscio

Si punta sulla tipologia melone liscio e spazio alla tecnologia per la certificazione del grado brix

Cosa è cambiato in un anno? «Molte cose, a cominciare dal fatto che stiamo investendo sempre di più sul melone liscio». Francesca Nadalini, che con suo padre Roberto conduce una delle aziende di riferimento nella produzione di meloni nell’areale di Mantova, sfodera la consueta grinta e voglia di non fermarsi mai, a cominciare dalla tipologia di melone che più le sta a cuore. Maggiori superfici, quindi, dedicate al melone liscio, sempre più convinta che sia la tipologia che meglio connota la sua produzione: «Ci crediamo, è vero. I motivi sono molteplici, a partire dal fatto che oltre alla dolcezza coniuga anche un aroma di pregio. Subisce meno variazioni da questo punto di vista rispetto al retato e poi è ideale, a detta di molti chef, in cucina».

Anche gli investimenti tecnologici sono fondamentali in casa Nadalini. E oggi la cosiddetta macchina del brix (UNI-BRIX fabbricata da Unitec) è utilizzata su tutta la produzione. «Serve per calibrare tutti i meloni e leggere il grado brix in velocità». In questo modo gli standard qualitativi sono assicurati. E sono fondamentali soprattutto all’estero, mercati che nel 2012 hanno assorbito il 30% del fatturato dell’azienda: «In Svizzera o Regno Unito la certificazione del grado brix è fondamentale».

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