Nessuno si nasconde e, con grande franchezza, tutti lo dicono senza mezza parole: l’annata dei meloni nel mantovano, dal punto di vista quantitativo, è molto difficile, se non quasi drammatica. «Tra il 30, anche 40% in meno in serra, a pieno campo anche oltre il 60% in meno di produzione». Mauro Aguzzi, presidente del Consorzio del Melone Mantovano traccia una situazione che non lascia spazio a molte altre interpretazioni. «In un’annata normale, considerando una resa di 30 tonnellate per ettaro e considerando che il consorzio rappresenta circa l’80% dei produttori della zona del mantovano, quindi 2300 ettari, abbiamo 69mila tonnellate di meloni. Quest’anno ci sarà molto meno prodotto in commercio».
«Ogni due giorni pioveva. Per le varietà precoci di melone la situazione è stata drammatica quindi» ci conferma anche Francesca Nadalini, dell’omonima azienda di Sermide (MN). In campo aperto tra grandine e pioggia è andato quasi tutto perso, in serra anche per Nadalini i dati sono simili a quelli enunciati dal presidente del Consorzio. «Sulle varietà medie adesso abbiamo buona quantità, regolare, nonché ottima sanità e qualità di gusto e aroma». Cosa è successo, quindi, su mercato? «Questa situazione ha avvantaggiato certamente la Sicilia e il Marocco che non hanno avuto i nostri stessi problemi climatici».
Fonte foto: pagina Facebook Roberto e Francesca Nadalini