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Mela Annurca. Per il rilancio nuova identità

Il convegno di Agrosud dedicato alla mela annurca traccia le nuove linee per il futuro

Rivedere il disciplinare di produzione IGP, consentire ai produttori una remunerazione più decorosa, uscire dall’attuale fase di autoreferenzialità del mercato. Sono questi i principali temi che sono emersi durante il convegno dal titolo “Dalla storia un’opportunità | La melannurca campana” che si è svolto sabato 2 marzo a Napoli all’intero di AGROSUD, fiera dell’agricoltura giunta alla sua IV edizione. Come riporta il sito ComuneDiPignataro.it, Giuseppe Giaccio, presidente del consorzio della Mela Annurca, ha sottolineato alcuni punti essenziali per rilanciare e razionalizzare una delle più antiche e storiche specialità campane. «Il disciplinare di Identificazione geografica protetta è da rivedere in quanto non è più in linea con la produzione. Le tecniche produttive tradizionali vanno mantenute, ma occorre adeguarsi ai moderni impianti che prevedono un numero maggiore di piante per ettaro». Se da una parte solo il 20% della mela annurca viene certificato IGP, dall’altra, secondo Gennarino Masiello, presidente Coldiretti Campania, occorre che il prodotto venga conosciuto in modo più importante anche al di fuori dei confini regionali. Infine, la remunerazione ai produttori: «I costi di produzione fino alla raccolta compresa sono di 50 centesimi il chilogrammo – ha sottolineato Giaccio – Poi vanno aggiunti 30 centesimi per l’arrossamento nei melai: se ci pagano meno di 80 centesimi il chilo, siamo in perdita».

Fonte foto: campaniatour.it

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