L’8 marzo scorso è arrivata l’ufficialità dell’IGP sulla Gazzetta Ufficiale per la Ciliegia di Vignola, con la pubblicazione del disciplinare produttivo. Non sono, però, mancate, da parte di molti cerasicoltori critiche sull’esclusione dal disciplinare di molte varietà, poiché quelle che sono state incluse dovevano essere presenti sul territorio da almeno 20 anni. Come riporta il blog AmareVignola, per esempio, in un articolo dal titolo “Ciliegia di Vignola IGP. Ecco cosa non va” a firma Arcadio Boschi, questo comporta l’esclusione dall’IGP di circa il 50% della produzione del comprensorio, che di conseguenza non potranno utilizzare il nome del noto Comune e rimarranno, di fatto, anonime.
In un’intervista rilasciata al quotidiano il Resto del Carlino nell’edizione modenese, Andrea Bernardi, presidente del Consorzio, conferma l’esclusione delle varietà più recenti, ma ridimensiona la portata quantitativa: «Tutte le principali varietà sono state ricomprese, putroppo e nostro malgrado sono state escluse alcune più recenti cultivar, che saranno oggetto di richiesta di verifica per la prossima stagione». Ci sarebbe, secondo Bernardi, un precedente che lascia ben sperare, vale a dire quello della Ciliegia Igp di Marostica, che dopo la richiesta di inserimento di altre varietà, si vide rispondere positivamente dal Ministero.