La richiesta urgente dell’adozione della “quarantena attiva” per i lavoratori agricoli provenienti dall’estero è stata inoltrata in data odierna alla ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova in una lettera congiunta dei presidenti di Cso Italy Paolo Bruni, di Fruitimprese Marco Salvi e di Assomela Ennio Magnani.
La richiesta è finalizzata a sbloccare da subito l’impiego della manodopera straniera stagionale nelle imminenti campagne di raccolta dell’ortofrutta di produzione primaverile ed estiva, superando i canonici 15 giorni di fermo ma garantendo da subito l’adozione di misure di sicurezza sanitaria, quali rigidi e specifici controlli, che garantiscono il previo accertamento del Paese di origine e dello stato di salute di ognuno; l’obbligo di distanziamento minimo, anche nelle fasi di trasporto tra il luogo di dimora e quello di lavoro e la fornitura dei pasti da parte del datore di lavoro, sul modello delle misure già adottate in Germania e in Francia.
Alla lettera è allegato un documento che riassume le iniziative che il Governo tedesco sta intraprendendo per conciliare la quarantena dei lavoratori stranieri stagionali con l’esigenza di non ritardare ulteriormente la possibilità di usufruire di questa preziosa manodopera.
Sulla richiesta della “quarantena attiva” si erano mossi nei giorni scorsi, con un appello rivolto alla stessa ministra, gli europarlamentari Paolo De Castro e Herbert Dorfmann della Commissione agricoltura dell’Europarlamento, secondo i quali questa misura può contribuire a salvaguardare un quarto del made in Italy e la sopravvivenza di molte aziende agricole italiane, “ormai in ginocchio per la mancanza di manodopera”.
“Ci siamo rivolti a Teresa Bellanova – riporta Paolo Bruni – perché con la sua autorevolezza si attivi urgentemente per l’approvazione di un provvedimento governativo ad hoc, nell’auspicio, a nome di Cso Italy, Fruitimprese e Assomela, che anche l’Italia possa rapidamente, da un lato, allinearsi alla pratica della ‘quarantena attiva’, supportando così l’offerta estera di lavoro stagionale, ma dall’altro lato mantenere in essere gli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori stagionali residenti in Italia, supportando così anche l’offerta interna di lavoro in agricoltura. Il sostegno di tali iniziative consentirà alle imprese del nostro Paese di concorrere ad armi pari con gli altri Paesi dell’Unione europea evitando così che l’Italia sia fortemente danneggiata”.