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Packaging e Tecnologie

Bioplastiche monouso, dall’Uk un’accelerata al riciclo

Comuni enzimi permettono la degradazione in 24 ore a 90° C, 84 volte più velocemente rispetto alle pratiche tradizionali

Gli enzimi presenti nei detersivi bio per bucato accelerano di 84 volte il processo di riciclo delle bioplastiche monouso, cioè delle plastiche derivate da fonti rinnovabili. E’ quanto hanno scoperto i ricercatori del King’s College di Londra, i quali hanno messo a punto un innovativo processo capace di degradare completamente l’acido polilattico (Pla) in 24 ore.

“E’ il primo passo nello sviluppo di nuove tecnologie per il riciclo di bioplastiche di pari qualità rispetto ai prodotti vergini – ha commentato il gruppo di ricerca – il che permette di affrontare con successo una delle sfide principali del settore degli imballaggi”.

Il Pla e i suoi limiti

L’acido polilattico (Pla) è il polimero più popolare nel mondo delle bioplastiche commerciali, con 457mila tonnellate prodotte nel 2021. Viene utilizzato principalmente nella produzione di plastica monouso, per esempio bicchieri o imballaggi, ma presenta il limite nel riciclaggio meccanico per via della biodegradazione molto lenta, che richiede fino a 84 giorni a una temperatura di 60 gradi.

La nuova tecnica

Con la tecnica messa a punto dagli scienziati inglesi, i limiti appena descritti vengono superati. Il nuovo processo permette infatti la conversione della bioplastica in frammenti solubili, il che velocizza notevolmente la degradazione. Lasciate a una temperatura di 90 gradi per 24 ore, infatti, le bioplastiche si decompongono in monomeri, e cioè negli elementi chimici che le costituiscono. I quali, poi, potranno essere riutilizzati per creare nuova plastica.

I vantaggi

In uno scenario in cui l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) stima che la quantità di rifiuti di plastica prodotti in tutto il mondo sia destinata a triplicare entro il 2060, lo studio inglese assume una certa rilevanza. Soprattutto se, stando sempre alle attuali previsioni, la metà della plastica utilizzata è destinata a finire in discarica e solo un quinto a entrare in un processo di riciclo.

La ricerca del King’s College rappresenta dunque un modello efficiente e scalabile per il riciclo delle bioplastiche monouso, e lo diventa ancor di più se si considera che, sebbene le bioplastiche siano una scelta più sostenibile rispetto a quelle derivate da fonti fossili, i metodi attuali di produzione e riciclo sono più costosi rispetto a quelli della plastica vergine.

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