L’energia è sempre più cara e soprattutto in balia di guerre e speculazioni. Esiste un’alternativa: le aziende agricole se la possono produrre in casa. Mancanza di manodopera? Ci sono i robot che grazie all’agricoltura di precisione possono realizzare interventi con risparmio idrico ed energetico sulle piante. Sul primo tema segnaliamo l’accordo tra Rse, Enea e Crea per stimolare la ricerca sulla produzione di energia in azienda, sui robot è degna di nota un’esperienza dimostrativa in frutteto nell’azienda Granfrutta Zani in Romagna.
Agroenergia: fotovoltaico, biomasse, biocarburanti, biometano e idrogeno
In agricoltura si può parlare di energia al plurale. La situazione cambia molto dal Veneto a Pachino, il territorio a maggiore insolazione d’Europa, ma non manca il sole in Italia. Tante aziende possono poi valorizzare il vento per l’energia eolica. Ma non finisce qui e non ci si ferma all’agrovoltaico e alle pale eoliche. C’è tutto il capitolo dei processi termochimici, biologici e biotecnologici per la trasformazione energetica delle biomasse per la produzione di biocarburanti. Gli scarti sono un capitale energetico tutto da valorizzare. C’è anche l’idrogeno, non facile da gestire dal punto di vista economico. Serve tanta energia. Infine l’efficientamento energetico delle filiere agricole e agroalimentari che permettono di risparmiare e ridurre la necessità di energia. Si traduce in meno costi.
Protocollo d’intesa per il settore agro-energetico con Rse, Enea e Crea
C’è ricchezza di opportunità, ma servono gli strumenti tecnologicamente più avanzati per avere sia una sostenibilità ecologica che economica. Ricerca necessaria che ha messo insieme Rse, Enea e Crea. I te enti hanno firmato un protocollo d’intesa per “condividere conoscenze e competenze scientifiche e promuovere la ricerca e lo sviluppo nel settore della produzione e del consumo di energia, conciliando i temi energetici ed agricoli, al fine di favorirne il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità tecnica, ambientale, economica e di inclusione sociale. Il settore agro-energetico, per le sue intrinseche caratteristiche, rappresenta un asset strategico per l’economia nazionale e, come altri settori produttivi, sarà chiamato a fornire il proprio contributo alla decarbonizzazione del sistema produttivo ed economico”.
Al centro tutte le filiere energetiche
“I biocarburanti, il biometano, la legna e i suoi derivati sono biomasse per uso energetico, prevalentemente termico, che oggi rappresentano circa il 50% di tutte le energie rinnovabili prodotte nel nostro Paese”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Rse Franco Cotana. “Tali biomasse sono energie rinnovabili programmabili, la cui disponibilità è indipendente dalle condizioni meteorologiche, e per questo giocano un ruolo strategico nella transizione energetico-ambientale che l’Italia e l’Europa hanno intrapreso. Il potenziale sostenibile delle bioenergie non ancora sfruttato in Italia – ha aggiunto Franco Cotana – è elevato e consentirebbe un raddoppio delle attuali produzioni. Più in generale, le agro-energie e il bioidrogeno sono uno dei settori più promettenti e sfidanti per la ricerca e le tecnologie della decarbonizzazione dei prossimi anni”.
Naturalmente non mancano le criticità, ma il direttore generale di Enea Giorgio Graditi e Mario Pezzotti, commissario straordinario del Crea sono ottimisti.
I robot bolognesi in campo da Op Granfrutta Zani
Ci sono da tempo, ma mese dopo mese si sta affinando la tecnologia dei robot che ora si testano nei frutteti. C’è chi è attento alla robotica come l’Op Granfrutta Zani che recentemente ha organizzato nella sede di Sant’Andrea, e poi nell’azienda del socio Paolo Zoli, una giornata tecnica e dimostrativa sul tema. I relatori che hanno illustrato lo stato dell’arte sono stati i professori dell’Università di Bologna Lorenzo Marconi (Ingegneria) e Luigi Manfrini (Agraria) che hanno illustrato funzioni e potenzialità della piattaforma robotica autonoma realizzata dalla Field Robotics, società nata all’interno dell’Università di Bologna.
C’è la macchina autonoma e intelligente che può svolgere sempre più funzioni, ma serve una gestione differente del frutteto che deve essere ottimizzato per l’introduzione di meccanizzazione ed automazione. Il rover da campo presentato ai soci di Granfrutta Zani vanta queste caratteristiche: “Una struttura bassa capace di lavorare su pendenze anche estreme, una motorizzazione elettrica e una base neutra su cui installare diversi strumenti di lavoro, sempre intercambiabili. Nella parte anteriore sono presenti telecamere e sensori capaci di analizzare ogni ramo, gemma e frutto, sapendo intervenire in autonomia sul compito programmato e con una precisione non inferiore a quella dell’occhio umano“.
Sono numerose le funzioni che si possono affidare al robot, grazie al motore elettrico si tagliano le emissioni nocive, come “l’analisi delle gemme, per esempio, che consentirà una stima del raccolto, così come la mappatura di rami, fiori, foglie e frutti. In questo modo il rover sarà in grado di discernere tra cosa potare e cosa lasciare sul filare, quando distribuire i fitofarmaci o quanto diradare”.