Se il metodo messo a punto dalla californiana Apeel avrà un riscontro positivo anche dal punto di vista dei costi, allora è stato compiuto un interessante passo in avanti verso la riduzione degli sprechi. Il che ha evidenti vantaggi per ogni anello della catena: produttori, distributori, consumatori, più in generale la collettività.
Lo spreco è un problema sentito
Il problema dello spreco alimentare è sempre più sentito, anche dalla generazione z: da quanto emerge da una ricerca congiunta di Swg, azienda specializzata nelle ricerche di mercato, e da Anicav, associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione del pomodoro, il 54% dei giovani (18-26 anni) sostiene che il consumo di alimenti conservati possa contribuire in maniera importante alla lotta contro lo spreco alimentare. E, pertanto, il 76% considera le conserve una parte importante della spesa alimentare.
Il metodo di Apeel, però, non allunga la vita del prodotto fresco trasformandolo: la maggiore durata della shelf life deriva da un trattamento con un composto segreto.
Il metodo segreto di Apeel
Nella pratica, Apeel, applicando un composto trasparente la cui ricetta non è stata svelata, è in grado di non fare ossidare e disidratare frutta e verdura, i quali restano sodi e turgidi più a lungo.
Della pozione magica si sa solo che viene ricavata dagli scarti della lavorazione vegetale e che viene spalmata o nebulizzata sui frutti e sugli ortaggi freschi: “Lime, avocado, cetriolo hanno una buccia che serve per proteggerli – si legge sul sito dell’azienda – Le sostanze che si trovano in bucce, semi e polpa (lipidi e glicerolipidi) sono ciò che usiamo come elementi costitutivi della nostra miscela brevettata con cui trattiamo frutta e verdura per prolungarne la durata”.
I prodotti che devono essere sottoposti al trattamento vengono posti su un rullo trasportatore e quindi irrorati in maniera uniforme con il composto. In seguito vengono fatti asciugare per tre minuti in un forno a 60 gradi.
Finito il trattamento sono pronti per essere confezionati e, quindi, per essere trasportati e posti sugli scaffali della grande distribuzione. La società californiana per ora sta applicando il suo metodo su avocado, mango, agrumi, mele, cetrioli e asparagi. Ma, chissà, un domani la platea potrebbe allargarsi.
In Italia?
La domanda sorge spontanea: i prodotti ortofrutticoli a lunga conservazione si possono già trovare in Italia? La risposta sta nella partnership tra l’azienda statunitense e Orsero. Alessandro Canalella, chief commercial officer del Gruppo Orsero, la scorsa primavera aveva commentato: “La partnership con Apeel è per noi strategica. Dal punto di vista commerciale ci permette di introdurre un’innovazione sul mercato europeo, dedicata a un prodotto, come l’avocado, il cui consumo cresce a doppia cifra ed è sempre più diffuso e popolare. La novità alimenterà questo trend, permettendo di allungare la shelf life dei frutti. Il beneficio gioverà a tutti gli anelli della filiera, compreso il consumatore. La partnership, inoltre, rafforza il nostro impegno nella lotta allo spreco alimentare, principio base della filosofia del Gruppo. Oltre alle azioni già intraprese per efficientare le fasi di trasporto e stoccaggio dei prodotti, e la collaborazione con i banchi alimentari per donare i prodotti edibili ma non più commerciabili, potremo ora agire anche sulla riduzione della creazione di spreco alimentare”.