Serre sottomarine per coltivare, in idroponica, ortaggi per gli ospiti di un eco–resort delle Maldive. Il progetto è firmato da Nemo’s Garden, marchio di Ocean Reef Group, e potrebbe essere sviluppato in altri siti e contesti come l’eco-resort Palm Village nelle Maldive. Ma poi pensiamo alle piattaforme petrolifere in dismissione nell’Adriatico dove altri protagonisti vogliono realizzare hotel sottomarini.
Serre sott’acqua di Nemo’s Garden a Noli
Con le tecnologie attuali il progetto è concreto, reale ed esiste a Noli, in Liguria. ma resta il sapore futuristico. E ora si pensa a una replica nell’eco-resort Palm Village nelle Maldive a firma dello Studio Giancarlo Zema Design. L’obiettivo viene così descritto in un comunicato: “La costruzione di biosfere sottomarine innovative per coltivare vegetali in modo eco-sostenibile all’interno di un eco–resort sull’acqua”.
Il turismo vende emozioni basate su stili di vita, in questo caso si punta su una platea di consumatori eco-green. “Questo sistema porta dei vantaggi come l’utilizzo di poca acqua che viene continuamente riutilizzata, l’assenza dell’uso di diserbanti e trattamenti fitosanitari, più una maggiore velocità di crescita delle piante in un contesto eco-sostenibile”.
Autonomia energetica e alimentare
Bollino verde per le verdure sottomarine che saranno fatte degustare alle Maldive: “Nella lounge subacquea di Nemo’s Garden”. L’eco-resort sarà alimentato da energie rinnovabili auto prodotte e punta ad offrire ai suoi ospiti verdure auto prodotte con basso impatto ambientale. Il lato green è assicurato anche dalla scelta del legno lamellare ottenuto da foreste certificate PEFC.
Vediamo i protagonisti del progetto che vede impegnate diverse imprese italiane. Il resort sarà realizzato con la collaborazione di EcoResorts by Marlegno specializzato nella realizzazione di case in legno e resort ecologici. L’ingegnerizzazione delle strutture è affidata a Sarti Engineering. Nella struttura è stato progettato anche il Baobab, un vertiporto innovativo per veivoli elettrici. Questa è una scelta sottomarina, ma da anni si stanno sperimentando coltivazioni sui tetti e in altri contesti urbani con la tecnologia idroponica. Esistono anche progetti per realizzare orti idroponici in alcune strutture della Gdo per rendere esperenziale la spesa del consumatore.