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Gregorio Martelli: “Non c’è premium senza assortimento”

Il direttore acquisti di Magazzini Gabrielli al webinar di myfruit ha spiegato il ruolo dei territori nella linea “Fatti Buoni”

Al webinar di myfruit del 18 ottobre “Ortofrutta, come si diventa premium price” ha preso parte anche Gregorio Martelli, direttore acquisti di Magazzini Gabrielli, che ha portato la visione e l’esperienza della sua insegna in fatto di premiumness.

“L’aspetto che viene valutato in maniera trasversale in tutti i settori nell’utilizzo e nella gestione di un prodotto premium è la valorizzazione dell’intero assortimento – ha premesso Martelli – Il premium ha un determinato valore che viene amplificato in maniera sinergica all’interno di un assortimento perché va a definire la forchetta del valore tra l’entry level, il primo prezzo, e il premium. E quest’ultimo serve appunto a innalzare e ampliare questa fascia valoriale e a scandire e a definire meglio i diversi ruoli”.

“In genere – ha continuato il manager – per esperienza, il premium non è mai un articolo che ha in sé una redditività o una capacità di generare volumi molto elevata, ma il suo valore risiede proprio nella sua capacità di valorizzare l’intero assortimento e, di conseguenza, di dare un posizionamento e un’immagine diversa al negozio che lo ospita“.

I territori fonte di ispirazione e approvvigionamento

“Il territorio è una grossa fucina e la prima nostra fonte di approvvigionamento per l’identificazione di quei localismi che possono diventare premium – ha spiegato Gregorio Martelli – Non tutti i prodotti locali possono diventare premium, infatti, ma molti di essi sì. Ovviamente, noi siamo una realtà che riesce ad avere radici e piedi appoggiati a terra, abbiamo una struttura snella, e riusciamo ad attingere a produzioni di nicchia, artigianali, locali, e siamo orgogliosi di avere molteplici eccellenze che riusciamo a portare ai consumatori su tutto il territorio nazionale”.

“Proprio su questi presupposti, sette anni fa abbiamo ideato una Private label, Fatti Buoni,  la nostra marca che evidenzia i localismi che troviamo nei nostri territori. Localismi che hanno materia prima, professionalità o ricette particolari attinte proprio da queste regioni. Negli anni il progetto ha trovato una propria concretezza, soprattutto per lo scatolame, per alcuni salumi, e ci sta dando grosse soddisfazioni. C’è, però, una difficoltà nel trasformare un articolo seppure eccellente in un premium perché serve anche che qualcuno riconosca questo valore“.

Martelli ha poi ricordato qualche caso esemplare di progetto premium riuscito, sia del mondo ortofrutta che di altri settori. “All’interno del progetto Fatti buoni abbiamo diverse tipologie di pasta, come i maccheroncini di Campofilone Igp o la passata di pomodori Pera d’Abruzzo. Prodotti della tradizione molto affermati nel nostro territorio. Nel caso della passata di pomodoro, ad esempio, dieci anni di collaborazione con l’Istituto sperimentale di Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno), ci hanno permesso non di scoprire ma di rispolverare una varietà giù diffusa dandole però una connotazione più definita e chiara. Secondo me l’esperimento maggiormente riuscito”.

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