Frutta a guscio ed essiccata Myfruit

Frutta secca: la Turchia studia da leader

frutta secca

Grazie a contributi statali, sta investendo nella modernizzazione agricola. Oggi il simposio on line organizzato da Frucom

La Turchia potrà giocare un ruolo sempre più determinante nell’export ortofrutticolo in Europa e nel mondo? La risposta è sì e i primi a crederci sono proprio i turchi, che anche grazie a contributi statali, stanno investendo molto nella modernizzazione della loro agricoltura, anche per quanto riguarda la produzione di frutta essiccata, in particolare albicocche, uva sultanina e fichi. Questo è uno degli aspetti emersi durante il simposio on line organizzato oggi pomeriggio da Frucom, associazione internazionale no-profit riconosciuta dalle istituzioni europee, che rappresenta i traders europei di frutta secca ed essiccata (anche l’italiana Fruitimprese ne fa parte).

Uygun Akso di Eto (Association of Ecological Agricolture) ha rilevato che tra i principali problemi che deve affrontare la moderna agricoltura ci sono la salubrità dei cibi e l’adattamento ai cambiamenti climatici. La Turchia, peraltro, è il primo produttore di albicocche e fichi essiccati, il secondo per quanto concerne l’uva sultanina. I Paesi della Ue rappresentano il principale canale di sbocco commerciale per queste produzioni: qui finisce infatti l’81% dell’uva sultanina, il 42% delle albicocche e il 53,2% dei fichi. Le recenti iniziative europee legate al New Green Deal, avranno effetti non solo sull’agricoltura dei Paesi membri, ma anche di chi esporta in Europa. Proprio per questo, la Turchia sta attraversando un importante processo di modernizzazione della propria agricoltura, legato anche a limitare al massimo uno dei problemi che da sempre affliggono il comparto della frutta essiccata: la presenza di micotossine. Lo stesso prof. Akso, inoltre, ha rimarcato il ruolo centrale della frutta essiccata in questa dinamica: i produttori di queste tipologie di frutti, infatti, “sono i pionieri del biologico in Turchia”. Nella cooperazione e nello scambio di informazioni tra enti e associazioni, sono state individuate le chiavi con cui continuare in futuro gli scambi commerciali, all’insegna della massima trasparenza.

Ahmet Altindisli, della Facoltà di Agricoltura dell’Università di Ege, si è focalizzato sull’uva sultanina, che rappresenta una varietà originaria proprio della Turchia. Il paese eurasiatico, peraltro, è storicamente un vero e proprio vivaio sotto questo punto di vista, vantando ben 1.495 varietà di uva sultanina e una storia commerciale per questa referenza di oltre 200 anni. Oggi, l’export di uva passa vale per la Turchia 510 milioni di dollari, ovvero l’85% della sua produzione. In questo settore vi sono coinvolti oltre 60mila produttori per una media produttiva di 290mila tonnellate annue. L’Italia è il quarto paese di sbocco a livello di importazioni di uva sultanina turca, preceduta solo da Regno Unito, Germania e Olanda. I principali problemi della produzione di quest’anno hanno riguardato le gelate fuori stagione e l’attacco di un insetto (Lobesia botrana), per il quale sono in corso diverse strategie, da trattamenti controllati a lotta biologica tramite confusione sessuale.

Durante il simposio è stato inoltre evidenziata l’importanza di rispettare sempre di più i limiti dei residui di pesticidi presenti nella frutta secca ed essiccata, visto che spesso le catene della grande distribuzione sono ancora più restrittive rispetto ai limiti di legge.

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