Doveva essere la risposta ai consumatori che da anni lamentano costi sempre più alti di frutta e verdura, ma pure agli agricoltori che denunciano un allargamento della forbice tra prezzi alla produzione e quelli al consumo fuori controllo. Invece, per i mercati degli agricoltori (farmer’s market) si dovrà ancora aspettare. L’idea è quella di avere uno spazio senza intermediari, dove gli agricoltori possano recuperare valore aggiunto ai loro prodotti e i consumatori possano acquistare a prezzi più convenienti di quelli praticati dai commercianti. L’istituzione dei farmer’s market era prevista dalla Finanziaria 2007, ma dopo il parere favorevole della Conferenza Stato-Regioni la pubblicazione del decreto contenente le linee guida nazionali è ferma in attesa di una riunione della Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali da tenersi entro ottobre.Sono gli enti locali che devono definire gli spazi da mettere a disposizione e dare le autorizzazioni alle imprese agricole che intendono partecipare all’iniziativa, ma sono sempre loro che sentono la pressione dei commercianti spaventati dalla nuova concorrenza.In Italia esistono già esempi di farmer’s market, nati sotto la spinta delle organizzazioni professionali agricole e di alcuni comuni, ma non tutte le esperienze sono risultate vincenti. Vari i problemi irrisolti: presenza discontinua dei produttori nel mercato; offerta non sempre completa, che obbliga gli agricoltori a rifornirsi all’ingrosso; prezzi spesso allineati con quelli praticati nei punti vendita tradizionali. Diversi però anche gli esempi positivi, che hanno permesso di valorizzare la filiera breve in un settore che fa del legame con il territorio una carta vincente. (m.c.s)
Farmer’s market ancora al palo
Ferma la pubblicazione del decreto ministeriale di attuazione, in attesa della Conferenza Stato-Città
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