Il tribunale di Milano ha revocato l’amministrazione giudiziaria per Brt, partita un anno fa.
A farlo sapere è la stessa società, la quale sottolinea come la richiesta di far cessare il provvedimento sia arrivata direttamente dal pm che ha condotto le indagini, poiché sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati. Nella pratica, sono state messe in atto una serie di azione correttive – tra cui l’internalizzazione di 600 addetti e la riduzione del numero di fornitori, nonché la verifica e selezione di questi ultimi – in modo da cambiare la propria governance e convincere il tribunale a far cessare il provvedimento.
La società ha dichiarato infatti di aver “da subito collaborato con l’autorità giudiziaria e con il team dell’amministratore giudiziario, per colmare le lacune evidenziate e risolvere ogni tipo di criticità”.
I fatti
Le azioni correttive
E’ stato tracciato un percorso gestionale che segna discontinuità rispetto al passato: Brt opera “con un nuovo modello di business, univocamente orientato a favorire situazioni di trasparenza nei rapporti negoziali, in particolare di handling e trasporto”.
Il riassetto ha interessato “la corporate governance, gli organi di controllo e di vigilanza, le procedure aziendali e la compliance”. La società ha inoltre avviato una “profonda revisione del modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del decreto legislativo 231/2001 e ha realizzato un sistema di controllo interno rafforzato, istituito una funzione procurement e adottato nuove procedure di selezione e di contrattualizzazione dei fornitori di servizi di facchinaggio e trasporto, introducendo stringenti standard di comportamento ed efficaci presidi di controllo e monitoraggio sulle terze parti, tra cui la predisposizione di un albo dei fornitori diretto a garantire la genuinità degli appalti e ad assicurare alla società controparti dotate dei necessari requisiti reputazionali e di elevati standard di correttezza operativa”.