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Logistica e Trasporti

Trasporto merci, è lotta contro la burocrazia ai porti

Per Spediporto la mancata digitalizzazione ostacola la competitività. In Sicilia il Marebonus rischia di fermare i tir

Per essere più competivi a livello internazionale, occorre ridurre e semplificare la burocrazia ai porti. E’ la sfida lanciata dell’associazione degli spedizionieri genovesi Spediporto, la quale ha annunciato una campagna che ha come fine ultimo lo snellimento delle procedure delle spedizioni.

“Non è possibile che si debbano obbligatoriamente presentare agli uffici pubblici, per importare merce dell’estero, documenti cartacei – ha sottolineato il direttore generale Giampaolo Botta – È un’assurdità nell’era della digitalizzazione”.

Burocrazia e costi vanno di pari passo

“La riduzione della burocrazia – ha aggiunto Botta – comporta anche quella dei costi per le imprese ed è quindi necessaria per affrontare la fiammata dei prezzi dei carburanti e dell’energia”.

Inoltre, secondo il manager, deve essere anche affrontata la questione delle zone logistiche semplificate: “Siamo ancora in attesa della loro realizzazione e non capiamo perché ci siano questi ritardi”.

L’incognita Marebonus

Sempre in tema di trasporto merci, c’è un’altra questione da affrontare, ed è quella del Marebonus, la quale tocca da vicino tutti gli autotrasportatori siciliani.
A ricordarlo è l’
Associazione italiana trasportatori (Aitras), che in una nota ha scritto: “Il Governo tace in maniera preoccupante sul Marebonus 2022, a oggi nessun riscontro sulle rassicurazioni fatte durante l’estate da parte dei vertici del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti circa la possibilità di recuperarli. Si tratta di 39 milioni, tutti a valere sui traghettamenti ro-ro 2022 derivanti dalla legge di bilancio 2021 e dal decreto legislativo n.21 del 21 marzo 2022. A entrambe le previsioni normative non è seguito un decreto attuativo”.

Secondo l’Associazione, la situazione si aggraverà ulteriormente a gennaio 2024 quando gli armatori, per adeguarsi al sistema Ets (l’Emission trading scheme) per la riduzione della CO2 regolato da direttive europee, applicheranno circa 300 euro di rincari sui costi dei traghettamenti, incidendo per il 30% sul nolo attuale.

“La situazione era già drammatica per i maggiori costi che le nostre imprese di autotrasporto sostengono a causa del caro gasolio e dell’insularità in quanto non abbiamo alternative al trasporto combinato strada-mare per le lunghe tratte – ha rilevato Aitras – Facciamo l’ennesimo appello ai politici siciliani perché di questa situazione i più penalizzati sono gli autotrasportatori siciliani. Chiediamo di agire in fretta prima che si inneschi la rivolta della categoria in Sicilia“. 

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