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Logistica e Trasporti

Sistemi portuali, il progetto Slala

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Autore Redazione

Un’opportunità di collaborazione e integrazione logistica

Cesare Rossini è il presidente di Slala, la fondazione che da anni sostiene l’opportunità di realizzare nel basso Piemonte una vasta area retroportuale-logistica che diventi a tutti gli effetti il polmone dei porti dell’Alto Tirreno, agendo positivamente sul congestionamento delle banchine portuali, ma anche e specialmente del sistema autostradale ligure, affetto da un congestione cronica. “Fondazione Slala – ha sottolineato Fabrizio Palenzona che di Slala è stato uno dei fondatori – si propone oggi come lo sportello unico per integrare e soddisfare tutte le esigenze dei traffici da e per i porti liguri, con focus su quell’area del Basso Piemonte alla quale stanno guardando con crescente attenzione anche i grandi player del trasporto, dello shipping e della logistica”.

Il mirino di Slala è oggi in particolare Alessandria Smistamento, il grande scalo ferroviario e oggetto di un consistente finanziamento da parte delle Ferrovie italiane, dove si dovrebbe concentrare, specie nel breve e medio periodo, l’attività di formazione e di smistamento dei convogli merci (in particolare container) destinati a connettere le banchine portuali di Genova e Savona con il loro naturale hinterland produttivo, industriale e distributivo.

Come sottolineato dal presidente di Slala, Cesare Rossini, “ciò che non è stato realizzato per oltre 40 anni oggi sia a portata di mano”, quella che si prospetta nei prossimi mesi e nei prossimi anni è un’occasione storica, che deve essere sfruttata con grande concretezza superando anche convinzioni radicate relative alla diseconomicità di rotture di carico nei retroporti e valutando invece l’opportunità di veri e propri servizi shuttle banchine-retroporto (nel caso Alessandria Smistamento), svolti sia su ferrovia sia con tir impegnati nelle ore di minor traffico.

Alessandria Smistamento è un’area di un milione di metri quadri, 200mila dei quali costituiti da 40 fasci di binari gestiti da Rfi, mentre i rimanenti 800mila sono di proprietà di Mercitalia. E su quest’area, oltre che nelle altre aree logistiche (Tortona non dispone ormai di un singolo metro quadro disponibile per la logistica) si sta concentrando l’interesse dei grandi operatori del settore, inclusi quelli svizzeri.

“Per la prima volta dopo decenni in cui la Svizzera non ha impiegato le banchine dell’alto Tirreno neppure per un singolo chilogrammi di merce – ha detto ancora Cesare Rossini – oggi si configura un quadro del tutto nuovo e un’opportunità anche di collaborazione e integrazione logistica, che non può essere persa”.

Fonte: Slala

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