Sul fronte della logistica internazionale non mancano “good news” per il nuovo anno: al centro il tema dell’intermodalità, positiva la risoluzione della questione Brexit.
A livello nazionale, invece, il 2020 si chiude con qualche disagio: neve, lavori in corso su alcuni tratti stradali, chiusure (a sorpresa) di caselli autostradali stanno mettendo a dura prova la consegna delle merci. Inoltre, da domani (primo gennaio) aumentano le tariffe di attraversamento dei tunnel del Monte Bianco e del Frejus.
L’Italia si candida a nuovo baricentro del Mediterraneo
Il rapporto 2020 Italian Maritime Economy parla chiaro: il baricentro delle rotte marittime commerciali all’interno del Mediterraneo da alcuni anni si starebbe spostando dallo Stretto di Gibilterra verso l’Italia. Dagli studi in questione, emergerebbe che, tanto più le navi partono da lontano (per esempio dall’Asia) e hanno come destinazione finale un porto del nord Europa o della costa Atlantica, tanto più il baricentro si colloca verso Gibilterra. Viceversa, porti di partenza meno lontani, o porti di destinazione più vicini all’area mediterranea, spostano il baricentro al centro, ossia verso la posizione strategica dell’Italia, la quale conferma il ruolo di snodo privilegiato sia dei traffici regionali, sia di quelli globali. Ma, nonostante la posizione, l’Italia continua ad avere un punto debole, l’intermodalità. Nei porti ritenuti più efficienti (Rotterdam, Amburgo), infatti, a fare la differenza, non è tanto il servizio di carico e scarico, quanto la rapidità di interconnessione con gli altri sistemi di trasporto: “Il collegamento con la ferrovia – conclude il rapporto – la capacità di attrarre investimenti e di trasformare l’area retroportuale in poli di innovazione, nonché l’attenzione ai temi della tecnologia e della sostenibilità sono gli elementi che rendono un porto davvero competitivo”.
Buone nuove per l’intermodalità
Sul tema dell’intermodalità, l’Italia è comunque al lavoro. Un accordo tra Ferservizi (impresa pubblica partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato Italiane) e CargoBeamer, società tedesca con sede a Lipsia impegnata in tutta Europa nel trasporto intermodale strada-rotaia, già dal 2021 potrebbe rilanciare lo scalo ferroviario di Domo2, la piattaforma di smistamento ubicata vicino Domodossola (Piemonte), precisamente in località Beura-Cardezza, con potenzialità di 50 treni al giorno con la Svizzera. CargoBeamer ha infatti ottenuto un finanziamento di 12,5 milioni di euro finalizzato proprio a realizzare e potenziare tre scali ferroviari europei, precisamente Calais in Francia, Kaldenkirchen in Germania, e, appunto, Domodossola. Lo scalo ferroviario del comprensorio ossolano già dal 2015 è interessato da collegamenti regolari da parte di CargoBeamer con origine e destinazione Kaldenkirchen attraverso il corridoio del Sempione. La società intermodale di Lipsia intende investire ingenti risorse su Domo2, si stima fino a 30 milioni di euro.
Brexit, un po’ di chiarezza
E sul fronte degli scambi internazionali, come oramai è noto, il 24 dicembre scorso è stato raggiunto l’accordo tra Gran Bretagna e Unione europea (Ue) che evita le conseguenze più drastiche della Brexit. In tema di trasporto e logistica, l’aspetto più rilevante riguarda il libero scambio, che dispone l’assenza di tariffe su tutte le merci, perlomeno su quelle conformi alle regole di origine. Tradotto, significa che da domani primo gennaio non vi sarà nessun dazio da pagare: “L’accordo prevede che la connettività per via aerea, stradale, ferroviaria e marittima prosegua ininterrotta e in modo sostenibile – fa sapere l’Ue – anche se l’accesso ai mercati si ridurrà rispetto alle opportunità offerte dal mercato unico. Sono comprese disposizioni volte a garantire che la concorrenza tra gli operatori dell’Ue e del Regno Unito avvenga in condizioni paritarie, in modo da non compromettere i diritti dei passeggeri e dei lavoratori né la sicurezza dei trasporti”.
Il che però non eviterà i controlli delle merci in ingresso e in uscita dall’Uk: “Tutte le importazioni dovranno sottoporsi a formalità doganali – chiarisce la Commissione europea – e dovranno rispondere agli standard comunitari, quindi saranno sottoposte a controlli di sicurezza e di salute”.
In concreto, da domani un tir di origine comunitaria, dunque anche italiano, potrà svolgere un trasporto internazionale verso la Gran Bretagna, e potrà svolgere due operazioni di cabotaggio prima di rientrare. Dal canto loro, i trasportatori britannici che entreranno nel territorio europeo con un trasporto internazionale potranno svolgere due trasporti tra altrettanti stati membri, oppure un trasporto transfrontaliero e uno di cabotaggio (ossia solo nazionale nel territorio di un paese membro). Tutti i controlli e le formalità doganali richiesti dalla legislazione dell’Ue, comprese le dichiarazioni di entrata e di uscita, si applicheranno a tutte le merci che entrano nel territorio doganale dell’Ue dal Regno Unito o che lasciano tale territorio doganale per l’Uk.
Italia, fine anno con disagi
Sempre sul fronte degli scambi tra nazioni, merita attenzione la notizia dell’aumento delle tariffe di attraversamento dei tunnel autostradali del Monte Bianco e del Frejus. L’incremento, che entra in vigore domani primo gennaio, ammonta allo 0,63% delle tariffe in vigore. Tale valore è determinato sia dall’inflazione media rilevata in Italia e Francia, sia dai costi per la sicurezza. A tale disagio si sommi che in entrambi i trafori autostradali permane il divieto di ingresso ai veicoli industriali con motorizzazioni inferiori alla classe Euro 6 e che la circolazione nel traforo del Monte Bianco sarà interrotta dalle ore 22.00 di lunedì 11 gennaio 2021 alle 6.00 di martedì 12 gennaio.
A proposito di disagi, ieri (30 dicembre) la società Autostrade ha chiuso, senza alcun preavviso, i caselli autostradali di Pra’ e Pegli (Genova), i quali resteranno chiusi fino alle ore 20.00 del 6 gennaio 2021 a causa di lavori sia sulla carreggiata in direzione Ventimiglia, sia su quella in direzione Genova.
Le conseguenze sul traffico merci sono immaginabili: code sulla viabilità ordinaria del ponente genovese, mezzi pesanti a passo d’uomo sulla via Aurelia, incolonnamenti di tir da Bolzaneto e sulla A26, collasso dei traffici merce fra i bacini portuali di Sampierdarena e Prà Voltri, blocco nella consegna dei prodotti alimentari per la grande distribuzione. La denuncia arriva da Trasportounito, che precisa: “La Prefettura più volte interpellata ha risposto di non essere in grado di intervenire, perché trattasi di lavori di messa in sicurezza delle infrastrutture. Il Cov (Comitato operativo per la viabilità) non si rende conto che in questo modo l’autotrasporto rischia la cancellazione di contratti, il pagamento di penali per le ritardate consegne, la violazione delle regole di guida a causa delle code”.
I disagi sulla viabilità italiana, soprattutto al nord, erano però già iniziati nei giorni scorsi: la cosiddetta sciabolata artica ha portato neve nella notte tra il 27 e il 28 dicembre e di conseguenza ha fermato i mezzi pesanti su alcuni tratti delle autostrade piemontesi, ligure e lombarde.
Neve peraltro prevista anche nei prossimi giorni
In questo scenario, c’è però una buona notizia: il 18 dicembre la società Autostrada del Brennero ha avviato la realizzazione della terza corsia tra Verona e Campogalliano (Modena), approvando il progetto esecutivo del primo dei tre lotti previsti. Il lavori prevedono la costruzione dell’innesto tra la A22, la A1 e la strada Campogalliano-Sassuolo (Modena), con un investimento di 138 milioni di euro. Come ha spiegato la società interessata, “il primo lotto rappresenta il primo passo funzionale verso la terza corsia e dunque la soluzione al problema del frequente congestionamento dell’attuale innesto tra l’Autostrada del Sole e il principale collegamento dell’Italia con l’Europa: la A22”.