C’è caldo, si mangia e si compra sia la frutta estiva che la verdura di stagione. Ma senza esagerare, per fortuna dà una mano il turismo. E con prezzi che, visti soprattutto i rincari delle materie prime, non sono sostenuti. Un buon melone si trova sotto l’euro, pesche e albicocche si acquistano all’ingrosso in media a 1,50 euro il chilo. Per non parlare delle ciliegie, per le quali c’è tanto prodotto sui 2 e 3 euro con i calibri più piccoli con quotazioni minori.
A Bari si vende più verdura che frutta di stagione
Nel mercato della città pugliese l’appuntamento è con Pino Lucatorto, presidente Fedagro Bari, che offre a myfruit.it il quadro della situazione. “La frutta di stagione è ferma, parliamo di albicocche, pesche, ciliegie“. Una situazione evidente in una regione ricca di piccoli produttori che attivano altri canali di vendita o tante persone si dedicano all’agricoltura di livello familiare. “Si vendicchiano le arance Valencia egiziane che vanno tanto nei bar per i cocktail e altre preparazioni. Bene anche i limoni, che ora arrivano dal Sudafrica, ma c’è anche prodotto italiano che in questo periodo quota anche 2 euro. Qui va il prodotto calabrese di Rocca Imperiale“.
Angurie? “Abbiamo iniziato con le locali da Brindisi, sono da campo aperto e siamo a 0,60/0,80 euro ma fino a qualche giorno fa quotavano 1 euro. Si tratta di un buon prodotto maturato al sole e con la giusta escursione termica”.
Gli ortaggi? “I prezzi non sono molto alti, ma non mancano i volumi. Poi c’è il prodotto di nicchia che ha un suo seguito come per il pomodoro zebrino locale che raggiunge i 3,50 euro il chilo”.
A Verona si fa il pieno di ortaggi locali
Nella città veneta il mercato all’ingrosso presenta buone dinamiche come spiega a myfruit.it Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e listino prezzi di VeronaMercato: “Tutto sommato va bene. In questa stagione aiuta le vendite il turismo del lago e del Trentino“. Vediamo i prezzi delle verdure dove c’è una buona presenza del prodotto locale. E’ tempo di ortaggi veneti: “Cresce la richiesta di cetrioli, ci sono i locali in doppio a 0,90 euro il chilo, sopra l’euro quelli in padella. Le diverse varietà di radicchio tengono posizione sul fronte quotazione: il rosso tondo Chioggia vale 1,70 euro il chilo e il rosso lungo 1,80 euro. I finocchi nonostante il calo rispetto ai consumi invernali conservano interesse e dei buoni prezzi: da 1 a 1,30 euro”.
In questa settimana si è registrato l’aumento delle quotazioni delle lattughe: “Cappuccia a 1,20, Gentile quota 1/1,50 euro conforme qualità e prezzo”. Riprendono quota ma leggermente le melanzane, almeno le varietà violetta, striata, lunga che si vendono a 1,20/1,40 euro mentre le ovali sono ferme a 0,80/1 euro il chilo. “Ci sono i primi peperoni locali a iniziare dal verde sopra l’euro, il rosso e il giallo sono in cerca di quotazione in attesa di quantitativi maggiormente rilevanti”.
Capitolo pomodori: “Sono in una fase di stasi, anche se tengono il prezzo. Il grappolo è sopra l’euro, il ciliegino in calo a 1,50 euro, Cuore di Bue locale da 0,90 a 1,20 euro e il datterino è sceso a 2 euro, il peretto locale vale 0,70/0,80 al chilo”. Si tratta di prodotto locale e siciliano. “Per le zucchine aumenta la richiesta, ma si fermano a 0,70/0,80 euro al chilo per il calibro medio, sopra l’euro quello piccolo e 0,65 euro per lo zuccone da esportazione”.
Ciliegie locali ancora sul mercato, ma non si va oltre i 3,50 euro
Vediamo la frutta: “Le ciliegie locali hanno allungato il periodo di presenza sul mercato. C’è diverso prodotto e una vasta forbice di prezzo: il calibro 22 a 1,80; 24/26 sui 2 euro; 26/28 siamo a 2,50 euro e il 28+ spunta i 3 euro e può arrivare fino a 3,50 euro. L’offerta è ampia. I calibri grossi della Puglia o di altre regioni possono arrivare ai 5 euro”.
Passiamo alle fragole dove le “locali toccano i 2 euro al chilo mentre quelle trentine di montagna dai 4 euro e fino ai 6 il chilo per il prodotto extra“. Sempre più in calo la presenza, già ridotta, delle pesche spagnole e sul mercato arriva il prodotto locale: “A polpa gialla e bianca, soprattutto calibri piccoli. Un A vale 1 euro, la doppia A 1,40 euro e la B 0,90 in doppio. Ottengono buone quotazioni le pesche di San Ferdinando di Puglia“. Ma in media le quotazioni sono abbondantemente sotto i 2 euro. Le albicocche sono ben rappresentate e il prezzo medio va da 0,80 a 1,50 euro al chilo, ma si arriva fino a 2 euro per la Orange Rubis con calibro oltre il 49.
I primi fichi: fioroni a 3 euro, verdi pugliesi a 2 euro
Passiamo ai meloni: “C’è il Macigno, una varietà locale, da 0,40 a un massimo di 0,70 in padella. Un melone mantovano, parliamo di prodotto extra, può arrivare fino a 1 euro, sempre mantovano ma liscio con la prima categoria quota 0,80 mentre l’extra supera l’euro”.
Le angurie? “Lazio e Sicilia in bins quotano 0,60 euro il chilo, il prodotto da Marsala e Mantova supera gli 0,80 euro il chilo. Infine l’anguria baby in cartone oscilla da 0,60 a 1 euro“. Chiudiamo il capitolo frutta con i primi fichi: “I fioroni dalla Campania sono sui 3 euro, i verdi dalla Puglia sui 2 euro”.